La verità è che non mi va nemmeno di farlo, la verità è che appena sento qualche pensiero affacciarsi alla mia mente ed emergere dalla nebbia nel quale l'ho avvolto subito lo ricaccio indietro con violenza.
Non voglio pensare.
Come sempre io scelgo la via facile, la via più codarda perché è così che mi sono "programmata" anni fa quando ho deciso di smettere di provare qualcosa.
Ogni cosa.
Sono sprofondata di nuovo nella mia apatia, nella mia indifferenza - se per caso ricambio il mio sguardo allo specchio non vedo nulla, al massimo vedo la noia.
E quando non riesco a bloccare tutto come faccio di solito - perché non sempre ci riesco - sotto quella noia vedo solamente una grandissima rabbia.
E vedo anche una grandissima voglia di farmi male.
Blocco tutto perché ogni volta che chiudo gli occhi per dormire vedo sempre le stesse immagini, vedo sempre gli stessi colori: bianco, grigio e infine rosso.
Il bianco della mia pelle, il grigio della lametta tra le mie dita, il rosso del sangue che macchia il mio polso.
Non voglio, ho ingaggiato una lotta furibonda contro me stessa e per fortuna che sono competitiva a volte perché in questo momento sto vincendo io.
Certo, sto sveglia e dormo se va bene cinque ore a notte, ma sono ancora in piedi.
Sono ancora intera.
Sto arginando le crisi, sto tappando le falle e so di essere in grado di andare avanti ancora per molto perché ogni volta mi dico che se l'ho fatto quel giorno, allora posso farlo anche il giorno successivo.
Sono bravissima a credere alle mie menzogne.
Esattamente come le canzoni giuste sanno trovarmi al momento giusto - ieri sera mi sono sentita ispirata da una traccia della 5x07 di Shameless e leggendo il testo mi è venuta la pelle d'oca.
Take your time
Heart is alive
Unless you throw it
Away in the wind
What would happen then?
Heart is alive
Unless you throw it
Away in the wind
What would happen then?
Sorrido, cambio discorso e faccio finta di niente.
Spingo fuori le persone dalla mia vita e faccio credere che sia una loro idea perché non voglio avere il senso di colpa.
Sbatto la porta in faccia ai sentimenti, alle lacrime, alle crisi di rabbia, ai pensieri e mi lascio cullare dal nulla.
Prima o poi smetterò, ma non adesso.
Ancora cinque minuti, solo cinque minuti..
E poi sei arrivato tu stanotte a dominare i miei incubi, sei arrivato dopo settimane - forse almeno un paio di mesi - che il mio pensiero non ti sfiorava neanche per sbaglio.
Quando l'ho raccontato a mia madre - solo in linea generale, per carità - ha detto che sembrava una telenovela.
All'inizio ero da sola, so che dovevo andare da qualche parte ma non ricordo dove.
E non ricordo chi, ma qualcuno ti portava di fronte a me e diceva che saremmo dovuti andare insieme - al che io protestavo vivacemente perché non ti volevo, non volevo passare del tempo con te chiusa in macchina per ore.
Non dopo tutti gli anni che avevo perso dietro a te ed essere riuscita finalmente a lasciarti andare e specialmente non dopo tutti gli anni in cui tu l'avevi saputo e mi avevi presa in giro con i tuoi amici.
Ma alla fine partivamo e dopo un periodo di terribile silenzio iniziale, in qualche modo tu riuscivi a farmi parlare e diventava tutto piacevole e mi rendevo conto che era esattamente come avevo immaginato me e te in tutti i miei sogni ad occhi aperti: io e te in macchina eravamo così perfetti che faceva quasi male e sentivo che tutte le barriere che avevo tirato su cominciavano a cadere e che io ancora stavo tornando a provare qualcosa per te.
Non ricordo niente di dove dovevamo andare, forse era un posto che assomigliava ad uno dei lidi vicino a casa mia - ricordo solo noi due in macchina che poi torniamo indietro e tu che mi porti a casa.
Ricordo l'ansia e il senso di smarrimento provati quando ti sei fermato davanti al mio cancello, ricordo il tuo sorriso per una volta dolce e non quel solito ghigno che di solito ti attribuisco, ricordo che non volevo scendere perché non volevo separarmi da te.
Ricordo il mio cuore che batteva come se avessi avuto ancora dodici anni.
Ma tu mi dicevi che era tutto a posto, mi sorridevi ancora e alla fine io scendevo e improvvisamente mi rendevo conto di avere con me lo zaino rosso che usavo per andare a scuola e i miei genitori erano fuori casa che osservavano la scena e sorridevano.
Poi mi sono svegliata e giuro che nei primi secondi di stordimento iniziale stavo per chiamare il tuo nome - nome che non pronuncio mai.
Mi sono riaddormentata e, in realtà, la mia breve parentesi da sveglia assumeva le sembianze del sonno perché mi svegliavo nel sogno e mi rendevo conto di aver dormito due ore.
Il mio cellulare indicava le 16:30 e trovavo un tuo messaggio - inviato poco tempo dopo che ci eravamo separati davanti al mio cancello due ore prima - in cui mi dicevi di chiamarti una volta che mi fossi svegliata perché qualunque cosa avessimo fatto quella mattina non era ancora finita e comunque volevi passare ancora del tempo con me e mi chiedevi di fare un giro con te in piazza.
Ricordo gli sguardi di tutti nel vederci insieme.
Mi sono svegliata ancora, stavolta con l'angoscia.
Mi sono riaddormentata quasi subito e ora eravamo in camera mia dopo quel giro in piazza, seduti entrambi sul mio letto a guardare un film - ma più che la mia stanza sembrava quasi più un salotto perché c'erano altre persone, anche se ricordo solo mio zio Michele seduto davanti alla televisione che ci chiedeva com'era andato il nostro viaggio.
Ricordo che ormai era sera, che Alaska era sul davanzale della finestra e un po' guardava fuori e un po' dentro casa ed era tutta contenta perché aveva catturato un topo e io e te eravamo in mezzo a tutto questo, ma io non mi ero mai sentita meglio.
Poi mi sono svegliata per l'ennesima volta e per fortuna questa è stata quella in cui mi sono dovuta alzare sul serio e abbandonare il mondo dei sogni perché, ne sono sicura, se mi fossi addormentata ancora avrei fatto un quarto sogno ancora con te in mezzo e onestamente non ne avevo la forza.
Vedi come fai?
Ogni volta che mi dimentico di te per un significativo periodo di tempo, poi torni di prepotenza nella mia vita.
Vorrei davvero sapere cosa c'è che non va nella mia testa.
On air: Soft Swells - Go!
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