martedì 5 gennaio 2016

"Have you lost a lot of people, John?
But you don't talk about any of them, do you?
Why do you think that is?"

"It's a occupational hazard. With the work I've done,
privacy becomes... a habit."

"Maybe it's time for some new habits."

"Sometimes, habits are there to protect you."

"From what?"

"From life. From the way things go.
From the fact that every time you get close to someone, you..."


Ci sono cose che cerco di dimenticare, ma poi ci pensa uno dei miei telefilm preferiti a ricordarmelo. 
Ci pensa John Reese di Person of Interest, uno che come me non sorride quasi mai e parla ancora meno.


Non sono sparita, semplicemente non avevo voglia di scrivere. 
Se è per questo non avevo neanche l'ispirazione.

L'ispirazione è sempre stata altalenante nella mia vita. 
A volte mi colpisce all'improvviso e non ho niente a portata di mano per poter scrivere - molto spesso mi colpisce mentre sto guidando in macchina perché un certo verso di una certa canzone mi fa venire in mente delle cose. 
A volte ci metto giorni a comporre un post che abbia anche solo un vago senso e altre volte mi siedo alla scrivania e basta, scrivo senza fermarmi - scrivo fino a quando la mia testa non è vuota.

Ci sono mattine come questa in cui sto guidando, la musica suona nell'abitacolo della macchina e mi rendo conto che sto bene così - che non ho bisogno di altro.
Che le uniche cose che mancherebbero forse sono un clima tiepido, il sole e il vento che entra dal finestrino aperto a scompigliare i capelli. 
E come ero stata bene e di buon umore quel giorno della settimana scorsa in cui era uscito il sole - il sole a dicembre è capace di sedare qualsiasi inquietudine si stia muovendo in quel momento nella mia testa.

Non so quando sono diventata così anestetizzata nei confronti di tutto, quando ho dimenticato come si fa a provare sentimenti ma posso immaginarlo. 
Immagino che sia stato quando sono passata dal sentire tutto - ogni cosa - tutto insieme al fissare il vuoto con nessuno in grado di raggiungermi nel posto in cui mi ero nascosta. 
Immagino che sia stato in quel mese di febbraio, a soli due mesi di distanza dal compimento dei miei diciannove anni.

Non sono mai riuscita ad avere le mezze misure - per me è sempre stato tutto bianco o nero, mai toni di grigio nel mezzo. 
Con me è sempre stato tutto o niente e tra il tutto di quel dolore che sentivo alla fine ho scelto il niente
Ma non è mai stato un vero "niente" perché sotto l'apatia e l'indifferenza ancora covavano dolore e nervosismo e rabbia - quella rabbia che non ha mai smesso di bruciare tutto ciò che era rimasto del resto fino a ridurlo in cenere.

Non ricordo come sia provare qualcosa di diverso da quelle tre sensazioni.

Ma ci penso, eccome se ci penso. 
Ascolto quelle poche canzoni romantiche presenti nella mia playlist e provo ad immaginare cosa si debba provare e a volte riesco a sentire il fantasma di quelle sensazioni. 
Le canto e mi sembra di sentire la loro carezza sul viso.

Ma poi la canzone finisce e io torno ad essere la stessa ragazza di sempre, inizia un'altra canzone e mi dimentico di tutto il resto perché non mi importa finché c'è musica che suona. 
E mi dico che ci penserò quando smetterà di suonare.

Ma per me la musica non smette mai di suonare. 
È una delle mie tecniche di sopravvivenza, come quella che usavo anni fa per scendere dal letto e affrontare la giornata - se ce l'ho fatta ieri, posso farcela anche oggi.

In questi giorni ho ripensato molto alla persona che ero, a quella ragazzina appena maggiorenne che a malapena riusciva a stare in piedi.

E sempre per restare in tema di telefilm, ieri sera ho guardato Grimm con i miei e oggi pomeriggio mi sono guardata il finale di stagione di Hell on Wheels e la 4x08 di Game of Thrones che ho registrato.

Avendo fatto partire la registrazione con molto anticipo per evitare di perdere anche un solo singolo fotogramma, prima di Game of Thrones c'era il finale di una puntata di Ghost Whisperer - uno dei pochi telefilm che non ho mai terminato di vedere perché mi era venuto a noia.

Quella puntata però - La Maledizione della Nona - me la ricordavo bene perché mi ha regalato una delle canzoni più belle della mia vita e mentre mi guardavo il finale prima di vedere lo scontro tra la Vipera Rossa e la Montagna (anche se sapevo già come sarebbe andata a finire, maledetti spoilers), mi sono chiesta come ho fatto a dimenticarmi della sua esistenza. 
Forse perché quella canzone appartiene a quegli anni che tento sempre di dimenticare e di far finta che non siano mai esistiti. 
Ma ci sono stati.

Probabilmente quella canzone è stata la prima in assoluto delle canzoni che mi sono state regalate dai telefilm. 

E mia madre ha detto che se la ricordava più struggente, ma per me è senza tempo - ancora io mi sono ritrovata in lacrime nel sentirla. 
Quella canzone era mia in un modo che nessuno poteva capire - era mia in anni in cui ancora non sapevo come mettere nero su bianco come mi sentivo nonostante riempissi pagine e pagine di bloc-notes ovunque fossi. 

Quella canzone era dei Midnight Hour e si chiamava Running Away
Con me, certe cose non accadono mai per caso. 

Don't lie and say that it's OK.
It's alright if there's nothing more to say.
So I'm running away.
I'm leaving this place.
Yeah, I'm running away.
I'm running away.

Don't tell me I'm the one to blame.
It's too late for you to make me stay.
No, I won't stay.
So I'm running away.
I'm leaving this place.
Yeah, I'm running away.
I'm running away.

And faster than you can follow me from this lonely place.
And farther than you can find me, I'm leaving
Yeah I'm leaving today.
And I, I'll never let you find me.
I'm leaving you behind with the past
No, I won't look back.
And I don't want to hear your reasons.
Don't want to hear you tell me why I should stay.

And try, and try to understand me
And try to understand what I say when I say I can't stay
I, I'm moving on from this place
I'm leaving and I won't quit running away.

Midnight Hour che avevano altre due canzoni che si chiamavano rispettivamente Nothing Lasts Forever e This Is Where It Ends
Non ho mai detto di essere stata una persona allegra.

E presa dalla scia, ho riascoltato anche altre canzoni di quegli anni. 
Ho riascoltato i The Mission District, scoperti a casa di questa ragazza che conoscevo e da cui io e la mia amica di Milano avevamo dormito dopo essere andate a vedere un concerto degli Your Hero nel febbraio del 2009. 
Ho riascoltato i There For Tomorrow - scoperti più o meno nello stesso periodo dei You Me At Six. 
Ma con i There For Tomorrow l'amore è durato solo il tempo di due canzoni, però ancora le strofe di Pages sono capaci di fare presa su di me. 

The turns you had to take still keep you awake
Down come the walls where you once stood
From constant changes you have made
You'll keep inside 'til you have a say

[..]

The only time you had to think of all the things involved
Came when you were least expecting
And now it's up to us to replace it
To tell us when ages have made a difference
Cause changes tell just who we are
 

Ogni tanto dimentico quanto sono belle certe canzoni. 
Ogni tanto dimentico quanto sanno descrivermi bene.

Mi lamento sempre di quei ricordi, della persona che ero ma dico sempre comunque che un po' sento nostalgia di lei. 
Per molte cose sono insoddisfatta della mia vita, ma per il resto sono contenta delle persone che mi circondano ora.

Quelle canzoni non vengono più suonate da anni, ma ancora le conosco. 
Ancora comunque per me significano qualcosa perché sono state un gradino per arrivare alla persona che sono oggi. 
Ogni tanto dimentico che ci sono canzoni che spiegavano la mia vita e quello che sentivo all'epoca perché ora ce ne sono altre, ci sono band che sono i capisaldi della mia colonna sonora quotidiana e che non hanno bisogno di essere prese a piccole dosi come le altre.

Ma io trovo sempre nuove canzoni e quando mancano canzoni nuove, riscopro quelle vecchie. 
E quando quelle vecchie fanno troppo male, ne ho sempre una manciata che dicono le stesse cose senza avere l'effetto di una coltellata. 

It would break your heart, if you knew me well.
See, I have run so far that I've lost myself.
And there are things I have seen that I never will tell.
They drove me out of my mind and inside of myself.
 

On air: The Gaslight Anthem - Break Your Heart 

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