domenica 15 novembre 2015

Ogni anno mi sembra di avere sempre meno parole per segnare degnamente questo giorno.
Sempre meno parole e sempre meno belle, ma ogni volta faccio del mio meglio.

Ogni volta che sono io a prendere la macchina quando esco con le mie amiche e Alessia si siede di fianco a me, immancabilmente tocca con un dito le scarpette rosa appese allo specchietto retrovisore.
Le scarpette rosa bomboniera del mio battesimo che mio nonno teneva sempre appese lì, che ha trasferito dall'Ibiza bianca che aveva prima a quella che attualmente guidiamo io e mia mamma dopo che ebbe un incidente.
Le scarpette hanno sempre avuto il loro posto, non importava di che macchina si trattasse.

Vorrei ricordare più cose di mio nonno e non quelle sbiadite dal passare del tempo, dalla leggerezza dell'infanzia alla prima rabbia adolescenziale.

Come scrivo ogni anno, avrei voluto essere una quattordicenne meno stupida.

La prima cosa che mi viene in mente quando penso a mio nonno è la cioccolata, in particolare quella dell'ovetto Kinder.
Immaginate adesso che dentro ci sono i Minions come sorpresa.
E io mi esalto come una bambina e i miei genitori ridono e mia nonna sorride.
E forse io calco anche un po' la mano, ma vedere sorridere mia nonna è una delle cose più belle della mia giornata perché credo che in quei momenti anche lei ricordi mio nonno e la cioccolata che ogni sera mi portava a casa dal bar.

E mio nonno aveva anche la scorta per i pomeriggi in cui al bar non ci andava in modo da riuscire a darmi un ovetto lo stesso alla sera.
E ricordo il giorno in cui ho scoperto quella scorta, quando ho fatto due più due e ho setacciato tutta la loro casa alla ricerca di quella cioccolata.
Ed era nell'anta più alta della credenza e io, che comunque poi non sono diventata tanto più alta, mi ero arrampicata su una sedia e avevo scoperto quel tesoro.

Posso ancora sentire distintamente l'odore di quel sacchettino di carta contenente il mio vizio serale.
Contenente l'amore di un nonno per la sua unica nipote.

Ma non mi portava a casa solo l'ovetto Kinder.
In estate e diventata più grande, dal bar mi portava altre cose  in particolare ricordo un braccialetto di perline che ho smesso di indossare quando l'elastico ha cominciato ad allentarsi troppo.
Non volevo che si rompesse e non volevo rischiare di perderlo in giro - e facendo così in realtà ho tenuto intatto il filo che mi legava a mio nonno.
se si fosse spezzato, sarebbe stata un'altra dimostrazione del fatto che mio nonno non c'era più e non ero pronta a sopportarlo.
Ad accettarlo.
Quel braccialetto oggi è custodito gelosamente in camera mia.

E oltre al braccialetto di perline ci sono stati anche questi due piccoli dadi - uno verde e uno giallo - che sono appesi al mio mazzo di chiavi.
E quindi mi piace pensare che io fossi sempre con mio nonno ogni volta che lui era in giro in macchina e che lui sia sempre con me ogni volta che sono fuori casa.

Vorrei ricordare di più e forse sarebbe deluso nel sapere quante cose taccio e tengo per me stessa, proprio lui che una volta mi ha esortata a confessare la verità a mia madre su una marachella che avevo combinato.
Mi conosceva molto più di quanto credessi perché in fondo sapeva che raramente riuscivo a tenerle nascosto qualcosa.
Quanto è triste rendersi conto di come siano cambiate le cose, ma mi consolo dicendomi che le cose importanti le dico sempre - è solo l'autolesionismo e tutto il resto dello schifo nella mia testa che le tengo nascosto.
Mi ha vista cadere a pezzi quando mai al mondo sarei riuscita a nasconderlo, ma tutto il bullismo e gli attacchi di panico - a parte il primo assolutamente paralizzante - e il mio stesso sangue versato me li sono sempre tenuti per me.

Siamo sempre stati una famiglia di persone di poche parole.

Vorrei ricordare di più di mio nonno perché era innegabile che mi volesse bene.
Ero la sua unica nipote e sapeva che di nipoti non ne avrebbe mai avuti altri, vuoi i problemi di salute di mia madre all'epoca e la morte del suo figlio maschio.

Oggi lo vedo, mi adorava e vorrei aver avuto il tempo di cominciare a ricambiare quell'affetto come un'adulta e non come un'adolescente stupida.
E quindi io sono qui ogni anno, puntuale ogni 15 novembre - a parte una volta in cui la vita si è messa in mezzo e non sono riuscita a scrivere - a fare ammenda per la persona che ero e cercando di essere la nipote meritevole di quell'affetto infinito che mio nonno provava per me. 


Have you ever looked up at the stars in the sky,
Felt a tug at your heart didn't know why
But you just knew
Someone is up there lookin' out for you. 

On air: Charlie Worsham - How I Learned To Pray

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