lunedì 7 ottobre 2013

Non sono più capace di piangere.
Non per me stessa, perlomeno.

Raramente ne sento il bisogno.
Anzi, se devo essere sincera, non accade mai - nemmeno nei miei momenti di autocommiserazione.

Ma so che è comunque un modo per sfogarsi e c'è un limite anche a quello che posso reprimere.
Sono sempre stata del partito "ignora un problema fino a quando non scompare", ma ogni tanto capita anche a me di arrivare al limite.
E allora, prima che la famosa goccia faccia traboccare il famoso vaso, devo sfogarmi in una qualche maniera.

E allora, anche se controvoglia perché non sarebbe assolutamente mia intenzione e non posso permettermi di tornare a certi metodi più autolesionisti altrimenti rischierei di ricadere nella mia dipendenza con tutte le scarpe, mi procuro un film o un libro che so essere letali per i miei dotti lacrimali e aspetto.
E poi arriva il momento in cui inevitabilmente piango e singhiozzo e cerco di non farmi sentire - e la mattina dopo è come se tutto ciò non fosse mai esistito.


Sono brava anche a fingere che certe cose non siano mai accadute. 

Ti ricordi quando scrivevo che la primavera era sempre un periodo un po' critico per me perché mi ricordava i tempi felici? 
Ti ricordi quando scrivevo che non riuscivo più ad ascoltare Still Waiting dei Sum 41 e il loro intero album Does This Look Infected? perché mi ricordava noi due ai giardinetti, sedute al nostro solito tavolo in quel caldo pomeriggio primaverile, senza alcun problema al mondo?
Ogni tanto ancora ci provo - come adesso, per esempio - e ancora mi viene la pelle d'oca. 
Immagino che non ci farò mai l'abitudine. 

Ti ricordi, una volta scrivevo che era la primavera la stagione che mi ricordava più di te. 
Ma mi sbagliavo e me ne sono accorta solo in questi ultimi due anni. 

La verità è che la stagione che mi ricorda di più te è l'autunno. 

Quel freddo appena sopportabile, il sole che comincia a tramontare presto, le castagne calde. 
Ultimamente, quando vado via in macchina e c'è ancora un po' di luce, mi vengono in mente tutti quei pomeriggi in piazza quando non avevamo nemmeno quindici anni e quanto fosse facile all'epoca. 
Quanto io fossi diversa all'epoca.

Ed era solo logico che fosse proprio l'autunno la stagione che mi avrebbe fatto pensare a te più spesso del solito e, soprattutto, del dovuto. 
In fondo era proprio ottobre il mese in cui siamo diventate migliori amiche. 
Il 31 precisamente, il giorno di Halloween, che noi scherzosamente chiamavamo il nostro "anniversario", quando ancora credevamo che saremo rimaste amiche per tutta la vita. 

Ascoltare i Sum 41 fa male esattamente come sette anni fa. 
E dire che li amavo, erano uno dei miei gruppi preferiti e li ho anche visti live tre anni fa. 
Ma non riesco più a provare lo stesso benessere che una volta mi davano, proprio come nel caso dei Linkin Park. 

Quando casualmente guardo le statistiche di questo blog, mi accorgo che i post più letti sono quelli che in qualche modo parlano di te. 
E quando me ne accorgo e li rileggo perché alcuni risalgono anche all'anno scorso e non ricordo che cosa avessi scritto, non posso fare a meno di chiedermi se davvero tu non sia a conoscenza di questo blog e ogni tanto tu ci faccia un giro per vedere se, non sia mai, io stia ancora sospirando dietro a te. 
Ti diverti nel leggere tutto questo, ti fai qualche risata? 

La verità è che non so perché io abbia tenuto tutte quelle tue foto. 
Forse per avere sì, un ricordo di te, ma anche e soprattutto per ricordare la persona che ero prima. 
Una persona che era molto diversa da quella che sono ora. 

Le mie amiche spesso mi dicono che sono una stronza e io, con noncuranza, rispondo che è un duro lavoro e che qualcuno deve pur farlo.
E lo è davvero un duro lavoro; devo essere abbastanza acida e sarcastica per coprire tutte le mie grandi debolezze. 
E non sono poche. 

On air: Hunter Hunted - Gentle Folks

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