martedì 15 ottobre 2013

I miei gusti musicali nel corso degli anni sono cambiati parecchio.

Sono passata dalla commerciale a generi più pesanti nei miei anni di teenage angst, non risparmiandomi nemmeno il genere screamo.
Poi quegli anni sono passati e sono tornata alla musica più leggera.

I miei gruppi preferiti sono rimasti mentre altri ho smesso proprio di ascoltarli.
I miei artisti preferiti - come Yellowcard, Simple Plan, Mayday Parade e You Me At Six - sono sempre on repeat mentre altri li ho, come dire, "parcheggiati".
In attesa forse di qualche momento di ispirazione che mi faccia tornare la voglia di ascoltarli.
Altre volte magari mi innamoro solo di una canzone perché l'ho sentita nei telefilm e semplicemente finisce lì perché non sento il bisogno di ascoltare altro di quell'artista.

Quando ancora mi definivo e mi ritenevo una emo convinta, i Panic! At The Disco mi piacevano immensamente.
Ma il secondo album - Pretty. Odd. - non lo ricordo nemmeno se non per il primo singolo intitolato Nine In The Afternoon, nel cui video Brendon era in pigiama.
Al terzo album non ho nemmeno fatto caso ma, giusto qualche giorno fa, ho scoperto che il primo singolo di quell'album - The Ballad Of Mona Lisa - l'avevo invece ascoltato ma evidentemente non mi ero interessata abbastanza.
I Panic! At The Disco erano diventati uno di quei gruppi "parcheggiati" mentre cercavo di liberarmi di tutto quello che mi soffocava e mi teneva ancorata al passato.

Ho scoperto, sempre qualche giorno fa, che i Panic! At The Disco hanno pubblicato un nuovo album.
E presa da una sorta di ispirazione, ho deciso di dargli una possibilità.
Sia il terzo album Vices & Virtues che quest'ultimo Too Weird To Live, Too Rare To Die! sono diversissimi da quel primo singolo di tanti anni fa - il primo che me li ha fatti conoscere - I Write Sins, Not Tragedies - ma non per questo sono da buttare.
Ho letto di gente che non faceva altro che lamentarsi di quanto non siano più i Panic! At The Disco di una volta e vorrei proprio vedere, era il 2005 quando è uscito A Fever You Can't Sweat Out!

Sono cambiati, esattamente come tanti altri gruppi che ascolto oppure che ho smesso di seguire.
A volte i cambiamenti di genere e tematica mi trovano d'accordo e altre volte no.
Mi è già successo e continuerà a succedere ancora.

Ho letto di gente che ha smesso di seguire i Linkin Park perché si sono evoluti dal nu-metal che facevano agli inizi e il fatto che io non riesca più ad ascoltarli è dovuto a ragioni del tutto personali, ragioni che non hanno niente a che fare con il cambio di genere.
Perché comunque, quando mi faccio forza e li ascolto, anche gli ultimi album mi piacciono.

Stessa cosa la sto vedendo adesso con il nuovo album dei Mayday Parade: gente che si lamenta che le canzoni di Monsters In The Closet e dell'album precedente non hanno niente a che vedere con A Lesson In Romantics.

È ovvio, non tutte le canzoni possono piacere e anche per me è così, sia con i Mayday Parade che con il nuovo album degli A Day To Remember.

Ma cambiamo noi e cambiano anche loro e non è colpa di questi artisti se ad un certo punto le loro canzoni non ci rappresentano più.
È anche per questo che me la prendo tanto quando sento qualcuno parlare male di When You're Through Thinking, Say Yes degli Yellowcard.
E l'ho sempre detto che per me quell'album ha rappresentato una svolta nella mia vita ed è stato il loro primo disco che ho seriamente ascoltato e, semplicemente, era perfetto per quel periodo della mia vita e per la persona che ero.
E hanno centrato il bersaglio anche con Southern Air, ma non metto in dubbio che probabilmente arriverà un giorno in cui un loro album non mi dirà - e darà - abbastanza e allora non lo ascolterò a ripetizione come faccio con i due sopracitati.

È lo stesso con i You Me At Six: ho amato dalla prima all'ultima traccia Take Off Your Colours e Hold Me Down, ma di Sinners Never Sleep mi piacciono sul serio solo tre tracce.
Potrei fare lo stesso esempio con i The Script.
Ma sono ancora i miei gruppi preferiti perché mi danno qualcosa che gli altri non sono in grado di darmi e allora cosa importa se con qualche canzone non è amore al primo - o anche al secondo - ascolto?

La musica è qualcosa di troppo personale e che non può essere "oggettiva".
A volte cambi così tanto che nemmeno le canzoni che una volta parlavano di te e del tuo mondo sono in grado di accompagnarti nella prossima fase della tua vita.
Altre volte, sebbene le canzoni rimangano immutate, gli artisti che le hanno realizzate cambiano insieme a te e ti danno altre canzoni a cui appoggiarti.
A volte sono una buona compagnia e altre volte no; a volte ti piaceranno e altre volte meno, ma probabilmente andrà meglio la prossima volta.
E a volte c'è davvero una prossima volta e certi gruppi saranno i tuoi preferiti per tutto il resto della tua esistenza; altre volte nemmeno la "prossima volta" va bene e allora ci si dice "arrivederci" o "addio".
Esattamente come nella vita e tra le persone.

I Panic! At The Disco probabilmente non entreranno mai nella categoria dei miei gruppi preferiti e forse resteranno relegati per sempre nel "parcheggio", ma è stato bello dare una possibilità ai loro ultimi due album che avevo "schivato" perché mi hanno comunque regalato tre canzoni che difficilmente smetterò di ascoltare.

On air: Panic! At The Disco - Trade Mistakes

Nessun commento:

Posta un commento