giovedì 12 settembre 2013

La verità è che le relazioni mi terrorizzano.
Qualsiasi sia la loro natura, amichevole o amorosa, comunque mi spaventano a morte.
E se posso evitarle, lo faccio.

Lo so, tutto quello che scrivo sembra sempre essere in contrasto con quello che ho scritto nel post precedente.
Ma pensare - sapere - di essere la DUFF e autocommiserarsi non sta comunque a significare che io senta la mancanza di una relazione.
La mancanza di qualcosa che comunque non ho mai avuto.

E tanto per citare ancora il libro.. 


After thinking about it for a while, I decided that there were a lot of benefits to being the Duff.

Benefit one: no point in worrying about your hair or makeup.
Benefit two: no pressure to act cool — you’re not the one being watched.
Benefit three: no boy drama.

I figured out benefit three while we were watching Atonement in Jessica’s bedroom. In the movie, poor Keira Knightley has to go through all of this damn tragedy with James McAvoy, but if she’d been unattractive, he never would have looked at her. She wouldn’t have gotten her heart broken. After all, everybody knows the “it’s better to have loved and lost…” spiel is a load of crap.
The theory applies to a lot of movies, too. Think about it. If Kate Winslet had been the Duff, Leonardo DiCaprio wouldn’t have been after her in Titanic, and that could have saved all of us a lot of tears. If Nicole Kidman had been ugly in Cold Mountain, she wouldn’t have had to worry about Jude Law when he went off to war. The list goes on forever.
I watched my friends go through boy drama all the time. Usually, the relationships ended with them crying (Jessica) or screaming (Casey). I’d only had my heart broken once, but that was more than enough. So really, watching Atonement with my friends made me realize how thankful I should have been to be the Duff. Pretty screwed up, right? 


(Kody Keplinger - The DUFF: Designated Ugly Fat Friend)

Seriamente, non sono in grado di gestire un qualsiasi tipo di relazione.
Come Serena ama ricordarmi fin troppo spesso, l'ultima persona che ho fatto entrare sul serio nella mia "cerchia" è Jasmin e stiamo parlando ancora della quinta superiore, qualche settimana prima dei miei diciannove anni.
Dai, se vogliamo Anna e la sorella di Jasmin sono praticamente sulla porta d'ingresso.

Non è mai stato un segreto che l'intimità sia fisica che psicologica mi fa scappare a gambe levate.
Non ho mai negato che a volte sussulto e faccio fatica ad accettare persino il contatto fisico da parte delle persone che mi sono più vicine.

Non sono in grado di tenere in piedi una relazione e ogni giorno mi stupisco del fatto di avere comunque ancora delle amiche, visto che ci sono periodi in cerco di spingere persino loro fuori dalla mia vita.
Ogni giorno mi stupisco di come alcune di loro siano particolarmente protettive nei miei confronti.
Ogni giorno mi chiedo perché e non so darmi una risposta.

Sempre in uno dei miei telefilm preferiti, un altro dei personaggi che adoro dice che una volta iniziato a fuggire, poi non ci si ferma più.
Fin troppo vero.

Non ricordo nemmeno la prima volta che sono fuggita, ma sicuramente apparteneva ad un'altra vita.
E poi non mi sono più fermata.
La verità è che sono ferma su molte cose, ma la fuga non è una di queste.
Semplicemente non riesco più a fermarmi sotto quell'aspetto, mi sento soffocare al solo pensiero di rallentare.

A volte leggo vecchie cose che ho scritto nel corso degli anni e poi penso a quella stupida ragazzina che ero e so che, se me la trovassi davanti, sarei capace di colpirla così forte da farle perdere i sensi.

Come potevo desiderare - addirittura bramare - qualcuno accanto a me quando non ero nemmeno in grado di stare in piedi da sola?
Come potevo invidiare qualcuno che aveva una relazione quando per me avrebbe significato ulteriori dubbi e insicurezze?
Come potevo sperare che qualcuno accettasse di aver a che fare con il disastro che ero?

Una cosa che mia madre mi ha sempre ripetuto durante la mia adolescenza era che non potevo aspettarmi che qualcuno riattaccasse i pezzi per me.
Era qualcosa che dovevo fare da sola.
Dovevo stare prima bene con me stessa prima di riuscire a stare bene con qualcuno che non fossi io.

Non sono mai stata una fan dei Coldplay, anche se ammetto che ci sono due o tre canzoni che mi piacciono in particolar modo.
Una di queste è Fix You e da quando gli Yellowcard ne hanno fatta una cover, l'ascolto molto più spesso di quanto non farei normalmente.

Volevo che qualcuno mi "aggiustasse" e probabilmente a quel tempo quella canzone sarebbe stata qualcosa che mi avrebbe avvolta come una coperta calda in inverno, ma so anche che non sarei stata in grado di permettere a qualcuno di "mettere le mani" su di me e "sistemarmi".
Ero (e sono) troppo orgogliosa per permettere a qualcuno di avere così tanto potere su di me e ho sempre detto che non ho mai amato condividere le mie cose e, soprattutto, me stessa.
A livello cosciente rifiutavo le parole di mia madre perché la parte più illusa di me ancora aspettava il principe azzurro in armatura sul cavallo bianco che l'avrebbe salvata da se stessa e dal resto del mondo, ma dentro di me sapevo che in realtà me la sarei cavata da sola come avevo fatto negli anni precedenti.
E ho raccolto i pezzi, ho costruito e incollato un puzzle forse un po' sgangherato ma abbastanza stabile da stare in piedi e per il momento va bene così.

Cosa è cambiato in sei anni, più o meno?
Sono diventata apatica e indifferente a qualsiasi sentimento o emozione che vada appena al di sotto della superficie.
Sono sempre e comunque un disastro, ma mi va bene così.
Sono diventata quello che io amo chiamare "emotivamente indipendente" e non ho bisogno di qualcun altro per stare bene perché ho le mie cose personali che svolgono perfettamente quel compito.
Quante volte ho scritto di essere perfettamente in pace con me stessa e con il mondo quando guido da sola in macchina di notte con i miei artisti preferiti che suonano alla radio?
Le persone sono sopravvalutate e sì, ha ragione Serena quando dice che sono egocentrica; fondamentalmente mi importa solo di me stessa.

Perché i miei attacchi d'ansia sono finiti in quelle occasioni di cui parlavo la volta scorsa?
Non sono finiti solo perché ho imparato a controllarmi meglio, ma soprattutto perché quella piccola parte di me che era invidiosa è diventata sempre più piccola fino a quando non è sparita del tutto.
Ormai non desidero più esserci io al posto delle mie amiche e, anzi, sospiro di sollievo perché non tocca a me essere al centro dell'attenzione.
Grazie al cielo per i piccoli miracoli.

La verità che ho pagato a caro prezzo lo scotto di stare sul palcoscenico invece che dietro le quinte, il posto che decisamente mi si addice meglio.

La cosa più importante?
Nessuno mi fa venire voglia di avere una qualsiasi relazione.
Una volta una mia ex-amica non faceva altro che dirmi che secondo lei non ero altro che una persona che si prendeva una cotta praticamente per chiunque.
Adesso ricordo a stento l'ultima volta in cui me la sono presa, quella famosa cotta.

Non so, è probabile che sia colpa mia che sono così apatica e indifferente verso qualsiasi cosa o persona che mi circonda, ma trovo tutto estremamente noioso.

La verità è che non la chiamerei nemmeno più "fuga perenne".
Al massimo la chiamerei "passeggiata a ritmo sostenuto", passeggiata che però diventa una vera e propria fuga da allarme rosso nel momento in cui qualcuno prova ad avvicinarsi troppo a me.

Il mio post precedente non voleva essere inteso nel senso di "oddio, vorrei avere una relazione e frotte di ragazzi che mi si avvicinano!"
No, anche perché so benissimo come reagirei - l'ho scritto addirittura qualche riga sopra.
Più che altro vorrei che ogni tanto - non dico tutte le volte - qualcuno apprezzasse me.
Ma c'è un problema anche in questo.
La verità è che comunque non gli crederei.

Miley Cyrus avrà anche una discutibile reputazione e un altrettanto discutibile comportamento, ma una cosa che ha detto è perfettamente vera: ovvero che le ragazze non ci credono quando si sentono dire che sono belle perché troppe volte è stato detto loro l'opposto.
Questo è solo uno dei miei (tanti) problemi: non mi fido delle persone e soprattutto non mi fido di quello che dicono.
Una volta ero tanto ingenua da credere a qualunque cosa mi si dicesse e a prendere come oro colato qualsiasi cosa uscisse dalla bocca di coloro che si professavano mie amiche.
Vogliamo aggiungere anche questo alla lista (infinita) delle cose che non vanno in me?
Ho degli enormi problemi di fiducia, così tanto grandi da bastarmi per almeno tre vite intere.

La verità, come ho detto a Serena, è che vorrei qualcuno da potere far scomparire con uno schiocco di dita quando voglio avere i miei spazi.
Quando non voglio pressioni.
La sola idea di avere a che fare con qualcuno tutti i giorni e rinunciare a gran parte delle mie cose mi provoca l'orticaria.
L'ho sempre detto: non sono pronta ad avere una relazione e non so se lo sarò mai.
Oltretutto non credo proprio di essere "materiale da relazione" e certi termini e modi di dire suonano decisamente meglio in inglese di quanto suonino in italiano.

E conoscendo la mia problematica tendenza a farmi del male e la mia tipica fortuna, sicuramente finirei in una relazione con qualcuno che probabilmente mi farebbe più male che bene.
O forse no, perché comunque mi stanco presto delle persone.
Il fatto è che comunque non voglio rischiare e l'ho già detto che sono vigliacca?
E proprio perché sono egoista mi rendo conto che sono già parecchio instabile di mio e, per questo, non ho bisogno di qualcuno che mi incasini ancora di più.

Ma la cosa che vorrei sul serio?
Essere capace di dormire una notte intera senza sognare e senza svegliarmi ogni ora.

On air: Scotty McCreery - The Trouble With Girls

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