lunedì 23 settembre 2013

Sono le piccole cose che mi fanno rendere conto di quello che non va.
O forse alla fine non sono nemmeno così piccole e le vedrebbe pure un cieco.

Ho sempre avuto il terrore degli spazi ristretti.
Infatti mi sono sempre definita claustrofobica, ma la mia paura principale nei confronti degli ascensori è sempre stata quella di precipitare piuttosto che quella dello spazio effettivamente ristretto attorno a me. 

E non dico che ora mi sia passata perché non sarebbe vero, però ultimamente mi ritrovo ad avere l'angoscia negli spazi troppo aperti. 
Non so, forse perché da quando ho iniziato a fuggire poi ho sempre cercato un angolino nascosto in cui ripararmi ma poi, come sempre, se mi sento messa alle strette o in un angolo nel senso letterale del termine, cerco di divincolarmi e mettere più spazio possibile tra me e chi mi impedisce la fuga. 

Ho un rapporto di amore/odio con lo spazio. 
E forse perché non esco spesso di casa e quando lo faccio tiro dritta fino alla macchina per andare via, poi quando mi ritrovo sul serio ferma in giardino e mi guardo intorno, quasi mi vengono le vertigini da tanto mi sembra sconosciuto il paesaggio che mi circonda. 
Ed è in quei momenti che capisco davvero cosa intendano tutti quando dicono che sono sparita e che non mi si vede più in giro. 

La verità è che mi sembra di essere sparita da molto tempo prima di aver smesso di uscire così spesso.
Ero già l'ombra di me stessa quando ancora uscivo quasi tutti i giorni. 

Non ti ho nemmeno detto che ho visto tua sorella qualche settimana fa. 
Immagino che mi sia venuto in mente adesso visto che il fatto di sparire dalla circolazione è cominciato con te. 
Non sapevo se salutarla o meno e non so nemmeno se abbia salutato prima lei oppure io, ma comunque c'è stato un cenno e un breve "ciao". 
Ho leggermente sobbalzato, come succede ogni (rara) volta con te o, appunto, con una delle tue sorelle, ma non sono stata assalita da quell'ondata travolgente di ricordi, rabbia, rimpianti e colpa. 
Forse perché ero troppo impegnata a star dietro alle mie amiche per non perderle nella folla e non ho avuto il tempo di perdermi nel passato. 
Non più del solito, perlomeno. 

I miei sogni ricorrenti continuano e sono già due o tre notti di fila che sogno di essere ancora a scuola, in una classe mista con gente che era con me alle medie e alle superiori. 
E come sempre non me frega niente delle lezioni o di qualsiasi altra cosa perché io mi prendo su ed esco addirittura da scuola e passo tutto il tempo in giardino. 
Esattamente il contrario di com'ero nella realtà e proprio come avrei voluto essere. 
Invece sentivo tutte le pressioni addosso - i miei genitori, parenti vari, insegnanti - ed era un'ansia dietro all'altra nel tentativo di essere perfetta. 

E guarda dove mi ha portata l'utopia della perfezione assoluta. 

On air: ZEDD feat. Hayley Williams - Stay The Night

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