giovedì 16 agosto 2012

Di solito scelgo io cosa ascoltare in un preciso momento, se mi va una band oppure un'altra.
Altre volte invece lascio andare alla casualità.

Quando sono salita in macchina ieri sera e ho acceso la radio, è partita Go dei Boys Like Girls, forse la loro unica canzone che considero veramente mia.
E qualcosa dentro di me è scattato.

Molto spesso mi nascondo non solo dalle persone, ma anche e soprattutto da me stessa, perché io sono l'unica che riesce veramente a smascherarmi in ogni singola menzogna.
Non parlo oppure cerco di deviare il discorso, ma ci sono persone che non se la bevono e mi ritrovo a sputare verità umilianti in preda ad un istinto che cerco sempre di uccidere, mentre la mia parte razionale in quel momento vorrebbe solo mettermi a tacere in qualsiasi modo.

Mi sono resa conto, forse per la prima volta in undici anni, di quanto mi hai rovinato la vita.
Non che la colpa sia solamente tua, ma un buon 75% te lo porti tranquillamente a casa.
Mentre ascoltavo Go e guidavo, riuscivo solamente a pensare - a sentire - una rabbia cieca nei tuoi confronti, per il modo in cui non so relazionarmi con le persone, per il modo in cui comprometto qualsiasi rapporto fin dall'inizio, per il modo in cui una parte di me continua fottutamente ad aspettarti.
E non è giusto.
Sono veramente stanca di te, del modo in cui ricasco nelle vecchie abitudini, del modo in cui sei l'unica cosa - a parte me stessa - a farmi del male e nonostante questo ancora io non ti ritengo una minaccia.
Lo ripeto, non è giusto.

Dopo Go sono passate Love Drunk, Real Thing, poi She's Got A Boyfriend Now e infine The First One, tutte canzoni che parlano di te.
In She's Got A Boyfriend Now viene citata sia l'età che avevo quando ti sei messo con lei e sia l'età che ho adesso.
E cazzo, mi sono resa conto che a diciassette anni ero un disastro esattamente come lo sono oggi a ventitré, forse perché non ho mai effettivamente smesso di averli e continuo a comportarmi come tale.

A volte vorrei solamente riuscire a lasciarmi andare, a non pensare né a ieri né a domani e mentre una parte di me manda a fanculo qualsiasi opportunità di costruire un rapporto con qualcuno, l'altra parte urla e si dimena perché non vuole essere così.
E infine c'è la parte a cui non gliene frega niente, quella che sta in disparte ad osservare le due sopra citate massacrarsi e farsi a pezzi.

Ho dimenticato come si fa ad essere un essere umano e mi chiedo se effettivamente io lo sia mai stata o se abbia fin dal principio agito in un certo modo per arrivare a questo punto.
Continuo a nascondermi dietro muri che io stessa ho costruito ma che ogni tanto vorrei davvero buttare giù e ogni volta che poi mi convinco a farlo e butto giù qualche mattone, poi la realtà mi prende a schiaffi e mi dice che mi sono fatta solamente castelli in aria e allora aggiungo più mattoni di quelli che ho buttato giù.
E poi ricomincio da capo, nello stesso identico modo (malato) e intanto continuo a chiedermi perché lo faccio e perché continuo ad insistere visto che ho provato decine di volte e il risultato era sempre il medesimo.
Perché continuo nonostante io sappia che le persone fanno schifo e che il gioco non vale la candela e che ho già dato così tante volte che no, grazie.

A volte l'unico modo per addormentarmi la notte è immaginare me stessa mentre mi faccio del male.

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