domenica 17 settembre 2017

A Ferragosto sono andata ad un concerto - e non sono andata al lavoro per due giorni saltando quindi il clou dell'invasione turistica perché avevo già comprato il biglietto e prenotato l'hotel ben prima di sapere che avrei lavorato. 

Il punto è che sono andata ad un concerto dopo ben sette anni passati dall'ultimo. 
Il punto è che sono andata ad un concerto e non l'ho detto a nessuno - a parte i miei genitori e l'amica che era ovviamente con me. 

Quando le mie amiche mi hanno chiesto se avevo fatto il falò in spiaggia come gli anni scorsi, ho semplicemente risposto di no e ho aggiunto che la notte del 14 agosto l'ho passata a casa. 
Il che è vero, non ho mentito. 

Però ho omesso di dire quello che ho fatto il giorno dopo - ovvero prendere prima l'autobus e poi il treno per Igea Marina. 
Non so perché l'ho fatto, ho semplicemente sentito il bisogno di tenerlo per me. 

E mi era mancato l'ambiente di un concerto. 
L'essere insieme a perfetti sconosciuti che condividono la tua stessa passione, il parlare con suddetti sconosciuti come se si fosse amici da sempre, il vedersi prima sul lungomare e poi all'evento e riconoscersi e indicarsi da lontano. 
Lo stare sotto il palco e cantare a squarciagola mentre il sole tramonta, sedersi sulla collinetta e creare un gruppo con cui chiacchierare, l'after-party a notte fonda e andare a dormire alle quattro del mattino anche se dopo ti devi svegliare presto per non perdere il treno - andare a dormire con il sorriso per una volta e non perché hai tirato fino a quell'ora per evitare gli incubi. 

Ho visto colori diversi, ho respirato aria diversa, ho tenuto per me un momento di libertà che non volevo condividere con nessun altro.
Mi sono risentita un po' ragazzina agli inizi dei miei vent'anni, ma allo stesso tempo vedevo tutto con un certo distacco perché non sono mai stata una groupie e non mi sono mai inserita davvero nella "scena" da essere riconosciuta dai musicisti come la mia amica. 

Però è stato bello. 

E in qualche modo è stato anche più divertente quando sono tornata al lavoro e mi hanno chiesto come fosse andato il concerto e che genere fosse e, alla mia risposta "punk-rock", tutti mi abbiano guardata con tanto d'occhi. 
Non so, forse non sembro il tipo di persona che ascolta rock e allora mi chiedo cosa direbbero se ascoltassero le canzoni piene di screamo presenti nelle mie playlist. 

Non è il genere musicale che ascolto a definirmi perché ascolto anche country ed elettronica, ma il rock è sicuramente quello che preferisco - e in fondo mi diverte stupire le persone se davvero questo tratto di me non se lo aspettano. 

Essere andata a quel concerto ha comunque sbloccato qualcosa nella mia testa perché sebbene ascoltassi musica ogni giorno andando e tornando dal lavoro, a casa avevo smesso di farlo e mi sento finalmente un po' più me stessa ora che ho ricominciato e non sono più avvolta nel silenzio che prima mi opprimeva. 

On air: Blink 182 - Misery

Nessun commento:

Posta un commento