venerdì 25 novembre 2016

Quando qualcuno mi dice di ricordarsi di me alle superiori ho sempre la sensazione di ricevere un calcio nello stomaco e i miei polmoni si svuotano di tutta l'aria che contengono e sento un ronzio nelle orecchie. 

Immagino sia una sorta di shock. 

Forse è il panico. 

Forse è il ricordo di quegli anni che ogni tanto - sempre - vorrei sradicare dalla mia mente. 

La cosa ironica è che io non mi ricordo mai delle persone che si ricordano di me. 
Io mi ricordo degli aguzzini, delle stronze, di tutte quelle persone che sapevo di dover evitare ma non ricordo proprio le persone che mi vedevano passare in corridoio. 

Ricordo fin troppo bene me stessa in quegli anni: sguardo assente o basso oppure entrambe le cose, atteggiamento da animale spaventato e selvatico e tremante. 

Questo era quello che vedevo io allo specchio tutte le mattine, ma è lo stesso che vedevano anche gli altri? Lo stesso che vedevano quelli che dicono di ricordarsi di me a scuola? 
O vedevano la stronza fredda e indifferente che so far trasparire come prima impressione? Quale versione ricordano?

Mi spavento quando dicono di ricordarsi di me. 

E allora cerco di dissolvere l'imbarazzo con una risata (forzata), tentando di ricacciare quell'adolescente nel posto in cui dovrebbe stare. 

Il più lontano possibile da me. 


Mercoledì sera sono andata al cinema e quando sono tornata a casa mi sono messa a guardare #MaiPiùBullismo su Rai 2. 
L'inizio l'ho perso, ma poi l'ho seguito fino alla fine e fino all'ultimo momento sono stata indecisa se vederlo o meno. Soprattutto quando ho visto lo sguardo che mi ha lanciato mia madre. 

Ed è andato tutto (più o meno) bene fino a quando non hanno fatto andare a scuola la ragazzina protagonista della puntata con le telecamere nascoste per documentare quello che le dicevano/facevano i compagni di classe. 

E niente, mi sono ritrovata sull'orlo di un attacco di panico e con il cuore che batteva all'impazzata e ci ho messo un minuto o due per uscire dall'incubo nel quale ero scivolata - ci ho messo un minuto o due per rendermi conto che non stava capitando a me. 

E, per quanto paradossale, ho anche ringraziato di essere stata una ragazzina negli anni in cui ho vissuto tutto quello che mi è successo perché secondo me adesso nelle scuole è anche peggio. 
Per quella ragazzina è cominciata addirittura in seconda elementare, ma forse io alle elementari ero ancora una di quelle "popolari" e se c'erano prese in giro, queste non erano rivolte a me oppure non me ne accorgevo.
Per me è cominciata alle medie e in quel periodo erano solo prese in giro verbali, non mi hanno mai messo le mani addosso fino a quando non sono stata alle superiori e in prospettiva forse era roba di "poco conto" rispetto a quello che ogni tanto sento/vedo al telegiornale. 

Sono sempre stata la vittima, anche una volta uscita da quella scuola. 
Ho ancora un bersaglio sulla schiena ogni volta che incontro una di quelle persone, anche se forse ora ho imparato a camuffare i miei tremiti di paura e ad affilare lo sguardo - una volta mi hanno detto che ci si leggeva dentro un odio bruciante. 

Ma so per certo che, per come sono i ragazzini oggi, se fossi ancora un'adolescente e andassi ancora a scuola mi mangerebbero viva. 
E mi risputerebbero fino all'ultimo ossicino. 

On air: Lifehouse - If This Is Goodbye 

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