mercoledì 7 settembre 2016

Ieri ho finito di leggere un libro che sapevo avrebbe fatto un male del diavolo. 
Però l'ho letto lo stesso perché non potevo fare altrimenti. 

È stato come avere i miei sensi di colpa sbattuti in faccia. 
È stato come avere un po' dell'assoluzione che cerco tanto da tredici anni e che comunque continuerò a cercare per tutto il resto della mia vita. 

Il libro in questione si chiama Fai buon viaggio, Rabbit Hayes di Anna McPartlin. 
Un libro dove Mia "Rabbit" Hayes sta morendo di cancro a quarant'anni e sta trascorrendo gli ultimi giorni della sua vita circondata dalle persone che ama di più. 

E per me è stato fin troppo facile scivolare nei panni di sua figlia dodicenne Juliet, capendo fin troppo bene la sua frustrazione e la sua confusione e la sua errata convinzione che presto la madre tonerà a casa perché nessuno dei nonni o degli zii o la madre stessa ha il coraggio di dirle che non c'è ritorno a casa per Rabbit. 
E ho capito fin troppo bene Juliet perché la sua frustrazione e la sua confusione e la sua errata convinzione erano uguali a quelle che avevo io a 14 anni, quando mi dissero che mio nonno era stato operato ad un'ernia e io non capivo perché ci volesse così tanto per tornare a casa. 
E solo dopo continue domande e insistenze e scenate, mia madre ha avuto il coraggio di confessarmi che si trattava di tumore - che a mio nonno era stato asportato un rene ma che era già andato in metastasi arrivando al cervello. 

Mi sono resa conto che i miei sensi di colpa non derivano dal fatto di non essere stata a trovarlo nell'ultima settimana - perlomeno, non solo da quello. 
Non chiederò mai se fosse stata un'idea di mio nonno o dei miei genitori quella di non portarmi all'ospedale in quella settimana di novembre dopo l'ictus, ma capisco il bisogno di "proteggermi" per fare in modo che lo ricordassi come sempre il nonno che mi portava a casa la cioccolata dal bar e non come l'uomo consumato dalla malattia sdraiato a letto morente. 

Nel leggere di Juliet in stanza con sua madre mi sono resa conto che la mia rabbia verso me stessa deriva da molto altro. 
Deriva da tutta quella stupida convinzione che la situazione potesse ancora risolversi e da tutto il mio egoismo di ragazzina quattordicenne. 
Oggi mi maledico perché invece di restare nella stanza ad imprimermi il suo volto nella mente e a sentire la sua voce per quanto flebile e a contraccambiare il suo sguardo quando era sveglio, da codarda ed egoista quale ero uscivo e giravo per i corridoi dell'ospedale oppure andavo a nascondermi sulla scalinata buia del terzo piano fino a quando non era ora di tornare a casa. 

Quanto tempo sprecato, quante occasioni e conversazioni e sguardi ho perso perché invece ero arrabbiata e avrei voluto essere in piazza con la mia migliore amica. 

Ed è tutto tempo con mio nonno che non avrò mai indietro ed è quello che mi porta a detestarmi perché sono stata una nipote orribile e lui non se lo meritava. 
Non c'è giustificazione che tenga. 

E continuo a sentirmi in colpa così come continuo a provare odio nei confronti della stupida ragazzina che ero e dell'adulta fondamentalmente inutile che sono oggi quando ad ogni compleanno e anniversario mi rendo conto di non sapere cosa dire perché non c'è nulla che io possa dire o fare per farmi perdonare quei sei mesi nei quali ho messo davanti alla mia famiglia persone che poi se ne sono andate per un'altra strada o che non contavano poi tanto. 

5 commenti:

  1. Ciao! Piacere di conoscerti!
    Nuova follower e admin di http://ilrumore-dellepagine.blogspot.it!

    Scrivi molto bene, davvero! Ti faccio i miei complimenti!
    Ma...hai mai pensato di curare la grafica del blog? Gestisci bene il lavoro che fai! Se hai bisogno di una mano ovviamente puoi chiedere! (non sono una di quelle che fa grafiche e vuole soldi ahah.. ti posso solo dare delle dritte).. Non sono capitata sul tuo blog per farti una predica! Non uccidermi, per favore! Era solo un mio punto di vista! Magari a te il blog piace così!
    Scusa se sono stata invadente!
    A presto!

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    1. Ciao Martina, piacere mio! :)
      Figurati, nessuna offesa. Sono finita su Blogger quattro anni fa quando Splinder ha chiuso e quindi ho dovuto rinunciare al blog che avevo da sei anni e che avevo curato nei minimi dettagli - quando ancora mi ricordavo come si usava l'HTML.
      Trasferirmi e perdere tutta la mia vita online di sei anni è stato un po' uno shock e quindi questo blog l'ho sempre lasciato a "livello base" perché mi sentivo.. tradita, non a casa mia.
      E poi non ho più pensato a cambiare grafica.
      Comunque ti ringrazio per le tue parole sulla mia scrittura - questo è il mio blog personale e non capita quasi mai che qualcuno commenti i miei post. :)

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    2. Aaaah! Ecco! Adesso capisco! Mi sembrava strano! Certo.. Immagino il dispiacere! Però magari puoi recuperare tutto, piano piano! Pensaci!

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  2. Ciao Alice, non conoscevo questo tuo blog. Ti faccio i miei complimenti perché credo che ci voglia molto coraggio nel parlare della propria vita in modo "pubblico".

    Spero di non risultare invadente ma leggendo attentamente il tuo post mi sono commossa per il tuo dolore e dispiaciuta molto per il tuo senso di colpa.
    Secondo me non è giusto che tu ti senta così. L'adolescenza è difficile e confusa. Si è incoscienti (non in senso negativo) e alcune cose, che adesso ci sembrano ovvie, sono incomprensibili.
    Anche io come te ho tralasciato l'affetto di alcuni cari per stare dietro a persone di cui ora non mi ricordo neanche più il nome. A 29 anni non mi sono ancora del tutto perdonata nei confronti di mia sorella minore ma so che in quel momento non potevo essere diversa da com'ero e solo passando da quel periodo ho potuto diventare una persona migliore oggi e comprendere delle cose, sopratutto a cosa e a chi dare priorità nella mia vita.
    Credo che faresti bene a perdonarti prima o poi. Se il tuo rimpianto è vero ti sei già punita abbastanza, chi ci ama davvero lo sa, ovunque siano.
    Scusa il monologo!Buona giornata!!

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    1. Ti ringrazio per le tue parole, Nik.
      Figurati, nessuna invadenza - altrimenti forse non avrei aperto un blog in principio dieci anni fa - e terrò sicuramente in considerazione le tue parole. :)

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