lunedì 18 luglio 2016

Quella di dieci anni fa era un'estate simile a questa per certi versi - non troppi, ma comunque abbastanza.

Ogni tanto mi illudo che dieci anni significhino qualcosa - che abbiano un certo valore, un certo peso.
Ogni tanto mi illudo che dieci anni facciano la differenza.

Non la fanno.

Quella di dieci anni fa era un'estate con sfumature che ancora vedo in quella di oggi.

Le stesse situazioni, lo stesso umore, le stesse menzogne.
Probabilmente l'unica cosa che è cambiata è che ho imparato a mascherarlo - non alla perfezione, ma sicuramente non vado più in pezzi di fronte agli altri.
Sicuramente ho imparato ad aprire bocca e a distrarre le persone quando mi sembra che si stiano avvicinando troppo agli argomenti che voglio evitare.

Due giorni fa ho avuto un dejà-vu pazzesco di qualcosa accaduto dieci anni fa.
Le dinamiche e la situazione non erano le stesse, ma il modo in cui mi sentivo invece lo era e volevo mettermi a ridere - quella risata amara e cattiva e sprezzante che ogni tanto sfugge al mio controllo.
Sprezzante delle persone, sprezzante della vita, sprezzante di me stessa.

Due giorni fa stavo per mettermi ad urlare.

Ogni tanto mi illudo che dieci anni facciano la differenza e ho scoperto che sì, la differenza la fanno - per gli altri.

Dieci anni fa, durante quell'estate maledetta, a tenermi a galla erano solo due album di due band: Lights and Sounds degli Yellowcard - anche se lo avrei capito solo molti anni più tardi - e l'album di un'altra band che non ho mai nominato.
Una band che poi sarebbe stata la prima che avrei visto live due anni dopo e anche se poi li ho persi, quei quattro ragazzi con le loro canzoni mi hanno aiutata a superare quel 2006.
E anche se poi li ho persi per altre band e perché avevo bisogno di dare un taglio a quel periodo, va bene così e li ricordo sempre con il sorriso.

Ieri sera su Facebook ho visto che il cantante si è sposato - e un po' ho sorriso e un po' sono andata in pezzi.
Non sono andata in pezzi per la gelosia, certo che no - non l'ho nemmeno fatto per Ryan Key e comunque non sono così immatura.
Sono andata in pezzi perché mentre io mi ritrovo ad avere ancora 17 anni e nel vortice dell'incubo di quell'estate, per lui quei dieci anni sono passati eccome.

E ho tirato di nuovo fuori quelle canzoni e ho pianto.
Ho pianto per quello che era, ho pianto per quello che non è stato, ho pianto per la ragazzina che ero e ho pianto per quella che sono oggi.
Ho pianto perché i nostri occhi sono gli stessi, ho pianto perché le lacrime hanno lo stesso sapore di allora, ho pianto perché le canzoni suonano ancora allo stesso modo.
Ho pianto perché i problemi sono gli stessi, ho pianto perché la montagna di bugie è sfuggita al mio controllo, ho pianto perché gli incubi non se ne sono mai andati ma erano solamente annidati ad aspettare.
Ho pianto per il cantante - un po' di gioia per lui e un po' di disperazione per me - per come il tempo è passato, per quello che significava allora e per quello che significa oggi, per come ancora vedo somiglianze tra lui e te.

Due giorni fa ho seriamente preso in considerazione l'idea di ricominciare.
Stavo piegando i miei vestiti per metterli nell'armadio e mi sono costretta a farlo con precisione e con la massima lentezza, sperando che nel frattempo la parte febbrile della mia mente che stava già pensando ad aprire il cassetto - che stava già sminuzzando con il pensiero qualche parte di me stessa - si calmasse abbastanza da farmi riprendere il controllo.
E l'ha fatto, grazie al cielo l'ha fatto e io sono ancora intera.

Sapevo che quest'anno sarebbe stata dura, ma non immaginavo così tanto.
Esteriormente ho 27 anni, ma dentro sono ancora quella ragazzina - dentro sento ancora tutta la tristezza, la rabbia, il dolore.
Dentro sento ancora tutto quel vuoto che minaccia di togliermi l'aria e che fa a botte con la sensazione di essere quasi al limite.
Dentro sento ancora l'impulso di piangere e urlare e farmi male per non sentire tutto il resto.

E ci sono le notti insonni, le notti durante le quali nemmeno il pensiero di te è capace di annoiarmi abbastanza per farmi dormire.
E la mia mente percorre sempre quelle strade - le stesse di dieci anni fa, le stesse di oggi.
Le conosce a memoria e mi ricorda che è inutile tentare di aggrapparsi, puoi solo scivolare verso il fondo sperando che faccia meno male possibile.

Si tratta del solito film già visto e che so perfettamente come va a finire.
Il solito film noioso che però sono costretta a guardare.
Il solito film noioso a cui però ogni tanto riesco a sfuggire anestetizzandomi da qualunque cosa - forse risulto più antipatica e scontrosa del solito, ma nessuno nota davvero la differenza.

Il solito film che ho imparato a guardare con gli occhi chiusi e con le orecchie tappate mentre mastico popcorn che hanno un vago sapore di stantio. 

Forse è questa la vera differenza tra dieci anni fa e oggi - sono diventata più brava a mentire.
Sono diventata più brava a cambiare discorso.
Sono diventata più brava a far parlare gli altri.
Sono diventata più brava a nascondere i tagli.
Sono diventata più brava a fingere di essere equilibrata e non ancora una stupida ragazzina in cerca di.. non si sa che cosa.

Di qualcosa che comunque non tornerà mai più indietro perché non è mai arrivato e oltretutto è in ritardo di dieci anni.

Come dieci anni fa, sto zitta e tengo tutto per me.
Come dieci anni fa, sorrido e fingo che vada tutto bene - con la differenza che ora ho imparato a far passare quella smorfia orribile per un vero sorriso e a trattenere le urla dietro i denti.
Come dieci anni fa, aspetto di essere a casa per dare sfogo a tutto quello che tengo dentro - con la differenza che ora mento anche alla persona riflessa nello specchio ed evito di lasciarmi andare persino con me stessa.
Come dieci anni fa, in pubblico mi comporto bene - con la differenza che quest'anno ad agosto mi impedirò di andare in pezzi davanti a tutti.
Come dieci anni fa, sogno di mollare tutto e andarmene - fare la valigia, non lasciare neanche un biglietto e perdermi in mezzo a facce sconosciute.

A volte invece, mentre me ne sto al buio nella mia camera ad occhi aperti a fissare il soffitto senza vederlo, immagino tutti i modi in cui potrei andarmene e basta.

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