venerdì 15 luglio 2016

Ogni tanto vorrei cancellare ogni cosa.
Immagini, suoni, voci che irrompono all'improvviso davanti ai miei occhi e nelle mie orecchie nei momenti meno opportuni.
Persone, luoghi, momenti, eventi che vorrei dimenticare per sempre.

Bramo quei rari momenti di quiete che sembrano capitare solo in primavera o in estate, quei momenti in cui sono sdraiata sul mio letto e la finestra è aperta e io mi limito ad ascoltare il suono del vento che si muove tra gli alberi.
Mai ad occhi chiusi, quello mai.
Sempre ad occhi aperti, a fissare quel fazzoletto di cielo azzurro con lo sguardo perso nel vuoto e finalmente il nulla nella mia testa e nelle mie orecchie.
Un silenzio così avvolgente che persino il mio cuore non sembra far rumore mentre batte.

L'altro modo per avere quei rari momenti è essere così ubriaca da fare fatica ad entrare in casa e perdere conoscenza non appena vedo il letto.
Ma ammetto che non è un metodo salutare, però io ne so qualcosa di cose tossiche - no? 



E poi spunti di nuovo tu, spunti proprio quando tento di dimenticare che alla fine di questo mese compi gli anni. 
Spunti nel momento in cui mio padre torna a casa per pranzo dal lavoro e mi dice di aver visto tua sorella e che lei l'ha riconosciuto. 
Che ha chiesto di me. 
E mi sono girata verso il cellulare che era sulla mensola della credenza e quasi mi aspettavo di vederlo illuminarsi con un messaggio. 
Cosa mi aspettavo? Un "ehi, mia sorella mi ha detto di aver visto tuo padre - come stai?"
Assurdo. Che senso avrebbe avuto? 


Ogni tanto non riesco a smettere di fingere.
Sono così abituata a mentire - agli altri, a me stessa in presenza di altri - che non riesco a smettere neanche quando sono da sola.
Trovo sempre modi per distrarmi, soffoco qualsiasi tentativo di "risveglio di coscienza" o di verità che tenta di farmi lo sgambetto all'improvviso e lo ricaccio nel suo angolo buio.
In quell'angolo buio nel quale vivono tutte le altre cose scomode che rifiuto di riconoscere e che fingo non esistano.

Non ricordo più l'ultima volta che sono stata sincera con me stessa.

A volte sento i pensieri farsi strada di prepotenza e vorrei tapparmi le orecchie e mettermi ad urlare, ma so che se mi mettessi ad urlare ci sarebbe il rischio che anche tutto quello su cui mento venga fuori e non posso permettermelo.
Quindi mento agli altri, mento a me stessa in loro presenza e mento a me stessa anche quando sono da sola.
Perché è così che funziona, l'ho imparato sulla mia pelle in tutti quegli anni di "addestramento" - basta un attimo, basta la distrazione di un momento, basta abbassare la guardia anche per un solo istante ed ecco che tutto crolla.
Crolla quel castello di carte così abilmente costruito, ma così precario.

Ed ecco che quindi non posso permettermi nessuna debolezza, nemmeno quando sono sola.
Ed ecco che quindi mi distraggo in qualsiasi modo possibile quando sento le labbra tremare per la voglia di urlare.
Ed ecco che quindi mento e se non posso mentire, evito il problema girandogli il più al largo possibile. E se non posso evitarlo, mento.

E al momento sono distrazioni blande e per fortuna funzionano.
Non c'è nemmeno un goccio di alcol di mezzo perché mi conosco - se da un lato mi fa arrivare all'incoscienza, dall'altro c'è sempre quella fase precedente in cui la mia mente e la mia lingua sembrano non avere freni e non posso permettermi di perdere il controllo su quello che potrebbero lasciarsi scappare.

Non c'è neanche quella cosa di mezzo, quella cosa nascosta nel cassetto del mio comodino.
Quel piccolo sporco segreto che condivido solo con le pareti della mia camera e con la mia pelle.
E forse perché in questo periodo mi sento fragile e perché l'altro giorno ho saputo che dovremo ospitare dei cugini in visita per qualche giorno, ho pensato alla folle eventualità che qualcuno entri nella mia stanza e frughi nei miei cassetti e la trovi.

E allora ho sognato.
Ho sognato segni vecchi e recenti, ho sognato pelle bianca sporca di rosso e quando mi sono svegliata ero convinta di aver ricominciato.
E quando mi sono resa conto che ero ancora "pulita", a quella realizzazione è seguito il fugace pensiero di una singola parola - peccato.

Ma è facile dopotutto, basta andare avanti una menzogna alla volta.

On air: Sam Hunt - Break Up In A Small Town

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