domenica 10 luglio 2016

Per certi versi sono ancora una ragazzina, la stessa che a volte fingo di non essere. 
Per certi versi non sono affatto cambiata. 

E in parte è quasi divertente - lo è nella parte in cui non mi fermo a pensarci per non rendermi conto di quanto in realtà sia patetico. 

Quasi sempre scrivo di quanto io sia ancora una diciassettenne sotto mentite spoglie, quasi come se questi ultimi dieci non fossero mai passati. 
Dico sempre che la mia vita si è fermata in quel 2006, ma la verità è che forse si è fermata anche prima. 

Forse ha iniziato a rallentare nel 2003 e non me ne sono accorta perché poi nel 2004 ha subito una brusca accelerazione e credevo di essere in cima al mondo, ma con tutta probabilità si è fermata poi l'anno successivo - un anno prima di quello ritenuto "ufficiale" dalla mia mente. 

Tiro sempre in ballo i miei diciassette anni, ma forse sono i sedici il vero problema. 
Forse sono quelli che l'adolescente che tento di tenere nascosta al mondo cerca di recuperare a morsi e a pezzi. 


E poi, per una band che si scioglie, ecco che un'altra band che ha segnato la mia vita torna alla ribalta dopo anni di silenzio. 
E scopro che quella quindicenne non se n’è mai davvero andata. 

On air: Sum 41 - Fake My Own Death

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