mercoledì 20 aprile 2016

Ci sono sogni che a volte sono così vividi da essere reali. 
Ci sono sogni che a volte mi lasciano una sensazione di stordimento quando mi sveglio. 

L'altra notte è stata una di quelle in cui i miei soliti incubi tornano a farmi visita, puntuali come sempre - hanno paura che io senta la loro mancanza. 

Credo che fosse cominciato come uno dei soliti - io che sono in ritardo per la scuola e che mi fiondo fuori di casa con lo zaino e il cappotto aperti perché il pullman è davanti a casa che mi aspetta e quando salgo a bordo in realtà non è più quello blu delle superiori, ma quello giallo delle medie e ci sono tutti i miei compagni di classe dell'epoca. 
Gente che non vedo da più di dieci anni e che mi chiede che fine ho fatto e dove sono sparita e io che me ne sto rigida come un palo senza rispondere. 
E come al solito - almeno in questa versione di incubo scolastico - a scuola non ci finisco perché quando l'autista ha finito di prendere su tutti è già ora di portare tutti a casa e così il giro viene fatto al contrario. 

Questo è uno dei miei incubi ricorrenti che si svolgono sempre nella stessa sequenza, uguali in ogni cosa ma a volte c'è qualcuno che riesce ad introfularsi e credo di averti intravisto per un attimo - tu, i tuoi capelli ricci e il tuo maledetto ghigno. 

E poi sei arrivata anche tu, portata da uno strano collegamento che il mio subconscio ha fatto: finito il mio incubo ricorrente sulle scuole medie, eccoti lì - io e te non ricordo nemmeno dove, amiche come una volta. 
E ancora una volta chiacchiere e risate e forse io ad un certo punto provavo a chiederti cosa ci era successo, ma ecco che il sogno comincia a sfaldarsi. 

Sono talmente abituata a questi sogni ricorrenti che ormai so distinguerli dalla realtà - non mi sveglio più boccheggiando e controllando subito il telefono per vedere se il messaggio c'è davvero
No, so riconoscere i vostri fantasmi quando li vedo. 

C'è stato un altro sogno dopo, un sogno che mi ha fatta svegliare davvero - altro che quei brevi attimi di coscienza in dormiveglia prima di ripiombare nell'incubo successivo. 
Un altro sogno che mi ha fatta piagnucolare come una bambina e svegliare con le lacrime agli occhi - che mi ha fatta svegliare con la sensazione che fosse vero e che tu fossi accanto a me. 

Ho sognato Cico. 
Ho sognato il suo bel pelo rosso morbido e folto come lo era in inverno, ho sognato che lo prendevo in braccio facendogli appoggiare le zampe sulla mia spalla come gli piaceva, ho sognato che lo posavo sul letto e che poi mi sdraiavo accanto a lui e dormivamo tutti e due - come quel giorno d'estate che sono crollata sul letto dei miei e lui mi è venuto a dormire a fianco ed era stato straordinario perché di solito lui non saliva sul letto se era già occupato, ma con me aveva fatto un'eccezione. 
Mi sono svegliata ed ero convinta che fosse vero perché potrei giurare di averlo tenuto stretto davvero un'altra volta tra le mie braccia, ma ho tastato il letto al buio e lui non c'era. 

E poi ho ricordato il sogno simile che avevo fatto esattamente un anno fa, nella mia prima notte a Londra. 
Quella volta ero seduta in cucina e lui sbucava dal garage e io mi mettevo a piangere perché era tornato da me e lui, per tutta risposta, veniva a strofinarsi nelle mie gambe. 
L'anno scorso non avevo ricordato subito il sogno appena sveglia, ma quando nel pomeriggio eravamo a Covent Garden mi è tornato tutto in mente - forse perché la luce del sole era uguale a quella che inondava la cucina nel mio sogno e questo ha fatto scattare qualcosa - ma ho quasi perso il controllo a causa del dolore che stavo provando. 
Mi sono costretta a mettere un piede dietro l'altro, quando in realtà avrei solo voluto lasciarmi cadere in ginocchio e singhiozzare. 

Sono abituata agli incubi, sono abituata a rivivere frammenti della mia vita passata, sono abituata a vedere come sarebbe potuta essere la mia vita se fossi rimasta amica con Elisa, sono abituata a sentirmi tremare sotto gli occhi e il ghigno di NAC. 
Sono abituata ad essere sempre in fuga da qualcuno che mi insegue, sono abituata a tornare a camminare per quei corridoi scolastici, sono abituata ad essere sul pullman insieme a tutte quelle persone che non voglio più vedere, sono abituata a sbagliare sempre treno e a prenderne uno per una destinazione ignota avendo il panico perché so che c'è qualcosa che non va

Ma non sono abituata ai sogni che mi lacerano l'anima. 

On air: God Is An Astronaut - All Is Violent, All Is Bright 

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