lunedì 26 ottobre 2015

Non so se è perché in questi giorni mi sei tornato in mente che stanotte ti ho sognato oppure se è perché durante il trascorrere della giornata mi ricordo dei frammenti di sogno - o per meglio dire incubo - in cui tu eri presente e allora ti penso. 
In ogni caso non va bene - esattamente come non va bene il fatto che io ancora scriva come se ti parlassi direttamente o come se tu leggessi. 
Ma questa è una di quelle cose di cui non mi importa e mi fa sentire meglio alla fine - sono tutte parole che mi sono tenuta per anni e dirtele in qualche modo è come scaricarmi la coscienza. 
Sempre detto che sono egoista ed egocentrica. 

Di certo non aiuta il fatto che una delle ultime canzoni scoperte grazie ad un telefilm mi abbia fatto pensare immediatamente a te quando l'ho sentita/ho letto il testo. 
Quanto ti odio quando irrompi in questo modo nella mia vita. 

Questa nuova canzone è stata l'equivalente dell'ennesimo pugno nello stomaco perché la ragazzina che ero avrebbe potuto tranquillamente dedicartela e quanto è patetico che una parte di me ancora pensi a te in questi termini? 


I know that I should not hold on
So why can’t I let go

‘Cause every time I’m with you
Somehow I forget to breathe
You got me like a rag doll
Now I’m dancing on your string
And I keep trying to figure out who you are to me
But maybe all that we were meant to be
Is beautifully unfinished
Beautifully unfinished

[..]

And hush now don’t cry, build your walls high
And don’t you dare come creeping in

‘Cause you’re the one that I can’t lose
You’re the one that I can’t win

La fortuna è che quella ragazzina patetica è in svantaggio rispetto alla ventiseienne che sono adesso. 
La ventiseienne che sono adesso, ne sono convinta, riuscirebbe a guardarti senza battere ciglio. 
Senza battere in ritirata come faceva sempre sotto il tuo sguardo, allontanandosi il più possibile dal tuo ghigno. 

Ed è proprio il tuo ghigno che mi perseguita negli incubi, anche quello fa parte dei miei soliti sogni ricorrenti. 

Anche stanotte ho sognato di essere di nuovo al liceo e tu stavi con la tua ragazza dell'epoca e non dovevi essere nella mia scuola, eppure c'eri - dannazione, se c'eri. 
E tu eri a mano con lei e io scappavo per tutti i corridoi, ma non importava quanti angoli girassi - tu eri sempre e comunque lì, mi comparivi davanti oppure mi sorprendevi alle spalle. 
E ghignavi. 

Quanto ti odio. 

Non sono più quella ragazzina patetica che aveva scambiato uno scomodo colpo di fulmine per amore, facendone un'ossessione. 
E, miracolo dei miracoli, non ricordo nemmeno più l'ultima volta che ti ho visto e dove - quando invece una volta sarei stata in grado di dire il giorno preciso e anche l'ora probabilmente. 
Ovviamente ricordo la volta della mia memorabile figura di merda (il 26 gennaio 2012, per la cronaca), ma per una volta vorrei vederti per essere io quella che guarda oltre - come se tu non fossi neanche presente. 

La verità è che abbiamo stabilito diverso tempo fa che tu comunque sarai sempre tossico per me e quindi è meglio se non ti vedo - mai più sarebbe preferibile - neanche per prendermi una rivincita personale. 
La verità è che comunque ho paura di essere solamente parole e buone intenzioni e che alla fine scapperei con la coda tra le gambe - o peggio, arrossirei e ti darei l'impressione di non esserci mai passata sopra. 

Il problema è quel tuo maledetto ghigno. 
E i tuoi occhi. 
E i tuoi capelli. 
E il tuo viso. 
Il problema sei tu in generale, insomma. 

Quanto ti odio quando ti ripresenti nella mia vita in qualsiasi forma a rompere le scatole proprio quando inizio a trovare attraente un altro ragazzo. 
Che comunque avrà la ragazza e quindi amen. 
Che poi è già tanto se riesco a dirgli ciao una volta su tre quando lo incrocio. 

On air: Ella Henderson - Beautifully Unfinished

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