venerdì 27 febbraio 2015

Se ti avessi davanti molto probabilmente non saprei cosa dirti. 
Forse aprirei la bocca per parlare, ma non ne uscirebbe neanche un suono. 
Troppe cose da dire e pensieri troppo aggrovigliati tra di loro per riuscire a dargli un senso compiuto. 
Tu parleresti, avresti qualcosa da dirmi? 
E se lo avessi, sarei io disposta a rischiare di ascoltarlo? 

Non ho idea di come sarebbe incontrarsi di nuovo, ritrovarmi ancora faccia a faccia con te. 

Ricordo l'ultima volta in cui abbiamo passato insieme qualche ora.
Ero ancora all'università - anche se non ricordo a che anno fossi - e mentre stavo studiando un pomeriggio, Eleonora mi ha telefonato all'improvviso dicendomi che era in giro con te e che, se mi andava di vederci, mi passava a prendere di lì a poco. 

Ricordo il panico perché non vedevo Eleonora da molto tempo ma ero ancora capace di gestirla; tu invece.. tu invece eri tutta un'altra storia. 

Ricordo saluti imbarazzati e ricordo conversazioni stentate, mandate avanti solo da quella lingua lunga di Eleonora. 
Ricordo che non riuscivo a guardarti nemmeno in faccia perché non sono mai riuscita a dimenticare e a seppellire l'ascia di guerra e ricordo che tu provavi a farmi delle domande e io mi sforzavo di non rispondere a monosillabi. 

Ricordo che quando Eleonora mi ha riportata a casa, tu mi hai completamente colta di sorpresa e abbracciata e quando mia madre ha chiesto come fosse andata, io ho risposto che non sapevo nemmeno come mi sentissi. 

E nei giorni seguenti mi sentivo bendisposta e pronta a ricostruire perlomeno un rapporto civile perché sapevo benissimo che non saremmo state mai più le amiche di una volta.
E ti ho mandato un messaggio chiedendoti come stessi, ma tu non hai mai risposto e lì ho deciso di chiudere definitivamente e non guardare più indietro perché ormai era chiaro che non ci fosse più nulla da salvare. 

Non ci parliamo da allora e ti ho visto solo sporadicamente per pochi secondi e di sfuggita nel corso degli anni. 

Ogni tanto mi mancano le persone che eravamo. 


Lunedì era passato un mese preciso dal mio tatuaggio e, come mi aveva detto Enea, sono passata da lui a farlo controllare. 
Tutto a posto, perfetto, è rimasto anche più nero e lucido di quanto si aspettasse - e vorrei vedere, sono stata paranoica fino all'eccesso per le prime due settimane e ogni minima cosa scrivevo a Laura per sapere se era normale quello che stava cambiando. 
Poi mi ha detto di stare attenta alle prime esposizioni al sole e di metterci un po' di crema protettiva in caso - al che volevo dirgli "Ma mi hai vista? Ho la pelle bianchissima e la missione della mia vita è NON abbronzarmi!" - e che sono pronta per il prossimo. 
E qui la mia risposta è stata "ci rivediamo a settembre". 

Mio padre non l'ha presa tanto bene quando gliel'ho detto e pensa che quello che mi voglio tatuare sia stupido e uno spreco di soldi, ma non lo è per me e poi la pelle è mia quindi, se permetti.. 

In ogni caso. 

Ero andata via presto perché avevo voglia di fare un salto in libreria. 
È più forte di me, ho un sacco di libri da leggere - e sono nell'armadio perché, honest to god, non ho più spazio materiale dove metterli - e lo stesso sono uscita con due romanzi in borsa. 

Sapevo già cosa volevo comprarmi, però mi sono fatta comunque un lungo giro tra gli scaffali. 
Guardavo le copertine, leggevo i titoli, buttavo un occhio alla trama e come capivo che si trattava di una storia d'amore chiudevo immediatamente. 
Il massimo del disagio è stato quando ho beccato una storia d'amore nella quale i protagonisti si chiamavano come me e come te - solo con i nomi nella loro versione inglese - e ommioddio, è già la seconda volta nella vita che mi capita e SERIOUSLY?
In quel momento un falò l'avrei fatto volentieri - e fossi stato nei paraggi, ci avrei buttato anche te.

È inutile, mi viene automaticamente il vomito quando capisco che si tratta di un romanzo d'amore. 
Almeno li facessero finire male! 
Per questo motivo ho comprato Una Folle Passione di Ron Rash, da cui hanno tratto il film con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence - che però non sono riuscita a vedere al cinema. 
Da quel poco che so del film che ne hanno tratto - e rosico per non averlo visto perché lei è bravissima e lui è uno degli attori che preferisco e come coppia cinematografica li apprezzo molto insieme dopo Il Lato Positivo e American Hustle, anche se in quest'ultimo, di fatto, non erano una coppia - lei è manipolatrice, ambiziosa e assetata di potere e lui troppo innamorato e cieco per rendersi conto di come andrà a finire. 
Ergo: non dovrebbe finire bene. 

Il secondo libro che ho preso è in inglese ed è uno di quelli che vengono considerati un must da leggere almeno una volta nella vita, ovvero The Catcher In The Rye - aka Il Giovane Holden in italiano.
È uno sfizio che mi volevo togliere e lo faccio anche perché sono abituata a leggere libri in lingua inglese contemporanea, specialmente americana, quindi voglio allargare i miei orizzonti - è anche un modo di imparare meglio la lingua, come quando ho letto un libro con forte presenza di slang. 
Quando avevo appena cominciato a leggere Nick Hornby ho dovuto cercare molte parole perché, essendo British, non le avevo mai incontrate prima ed era passato un po' da quando avevo avuto bisogno l'ultima volta di cercare il significato di alcuni termini. 
Che poi non li cerco tradotti in italiano, ma cerco i sinonimi in lingua inglese e così la posso sostituire in attesa che la parola nuova mi si fissi nella mente - imparo il concetto.

Quindi leggere libri un po' "datati" è un modo per scoprire se ci sono altre parole che ancora non conosco o con cui ho comunque poca familiarità.
A fine 2013 avevo iniziato a leggere To Kill A Mockingbird e ammetto che l'inizio è estremamente complesso, parlando e riferendosi ancora a tempi di colonialismo e piantagioni di cotone ed essendo ambientato nel sud degli USA - sono termini e discorsi che non si trovano nei libri di oggi. 
Poi non avevo avuto tempo di andare avanti per un po' e quando ho fatto per riprenderlo in mano era passato troppo e avevo perso il filo, non avevo voglia di ricominciare dall'inizio e quindi sto ancora attendendo il momento propizio. 
Magari un giorno mi farò coraggio e proverò pure a leggere Il Grande Gatsby in lingua originale e lì sì che sarà una bella sfida, visto che già mi perdevo un po' nelle parole di Fitzgerald tradotte in italiano.

Non sono tornata subito a casa una volta uscita dalla libreria. 
Ho guidato per un po', ho fatto il giro largo e ho approfittato del fatto che ci fosse il sole visto che non aveva fatto altro che piovere tutto il giorno prima. 
E poi ho parcheggiato la macchina e mi sono seduta sul muretto del lungomare ad osservare le onde e le persone che camminavano sulla spiaggia per un po' fino a quando il sole non era quasi del tutto scomparso.

Il mare d'inverno mi mette sempre malinconia. 

On air: The Gaslight Anthem - Break Your Heart

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