venerdì 16 gennaio 2015

Ieri sera ho finito quel libro di cui ho parlato l'ultima volta. 

L'ho finito e, tra un telefilm e l'altro, ho scritto la mia recensione sul sito dove segno tutti i libri che leggo e mentre scrivevo - in inglese, e non per sembrare poco modesta, ma sto migliorando sempre di più nello scrivere in una lingua che non è la mia - mi sono accorta di altri aspetti che prima non mi erano sovvenuti alla mente. 

L'ultima volta avevo parlato sotto l'aspetto prettamente romantico della relazione perché in fondo era di quello che si trattava, di Ann che veniva picchiata dal suo ragazzo Connor. 
E non capisco, tuttora non lo capisco a fondo - forse perché non sono mai stata innamorata, forse perché sono stata vittima di bullismo fin dai miei tredici anni, forse perché sono anni che non faccio entrare nessuno nella mia vita, forse per tante altre ragioni che non saprò mai. 

Ma mentre scrivevo tutto questo e scrivevo di Ann che non riusciva a lasciare Connor, mi sono resa conto che anche io avevo in realtà vissuto una situazione simile e non l'avevo mai vista sotto questo aspetto. 
Come ho detto, la prima volta ho parlato della cosa sotto un aspetto puramente romantico ma se prendiamo in esame l'aspetto generale di una relazione, allora il punto di vista cambia. 
Che si tratti di amore o di affetto, la sostanza cambia poco quando tieni a qualcuno e sebbene la mia situazione non fosse la stessa di Ann, il mio "state of mind" sicuramente lo era. 

Ho ripensato ad Elisa, a quella migliore amica che per me era come una sorella, a come quegli ultimi sei mesi fossero stati terribili. 
A come mi faceva soffrire e a come io stavo male, a come continuavo a sperare che se ne accorgesse e tornasse tutto com'era, a come non potevo andarmene perché era la mia migliore amica e le volevo bene, a come ho dovuto scegliere se volere più bene a lei oppure a me stessa. 

Ho fatto il parallelo con Ann e Connor, con Ann che si era messa completamente nelle mani del suo primo amore quando lei non aveva più un padre e la madre era troppo persa nel suo dolore per accorgersi che la figlia aveva bisogno di lei.
Ho pensato a come Connor le avesse fatto terra bruciata intorno, facendole perdere la migliore amica e il resto dei conoscenti e di come lei stessa si sia resa conto di non avere più nessuno a cui rivolgersi quando Connor ha esagerato e le ha rotto il polso. 

Ho pensato a me stessa e a come Elisa fosse stata l'unica a restarmi accanto quando tutte le altre mi avevano voltato le spalle, alle promesse di essere amiche per sempre e a come ci sentivamo invincibili finché eravamo insieme ad affrontare il mondo e tutte quelle vipere che ci avevano pugnalate alla schiena. 
Come Ann e Connor ci sentivamo invincibili e senza bisogno di altri, come Ann e Connor abbiamo fatto terra bruciata intorno a noi. 
E poi è cambiato qualcosa, la vita è intervenuta e anche io come Ann improvvisamente mi sono resa conto di non avere nessun altro, mi sono resa conto che se avessi perso Elisa avrei perso il pilastro che teneva in piedi il mio mondo. 
Infine è arrivato anche per noi il momento in cui metaforicamente Elisa mi ha rotto un polso e ho dovuto scegliere: o lei o me. 

E sappiamo come è andata a finire e che io non sono mai più stata la persona che ero prima, ma so che non sarò mai più la persona che mi aveva fatta diventare. 


I'll never be the person I was before him. But I don't have to be this girl, either.

La mia non era la stessa situazione di Ann, ma lo stato d'animo - l'incapacità di andarsene - quella era uguale. 

On air: Incubus - Dig

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