domenica 25 gennaio 2015

Diverse settimane fa avevo annunciato che avevo preso una decisione. 
Una decisione permanente, qualcosa di cui sapevo che non mi sarei pentita. 
Qualcosa da cui non sarei scappata e con cui avrei dovuto convivere per il resto della mia vita. 

Quel giorno è arrivato ed è anche già passato.



Venerdì pomeriggio ho fatto il mio primo tatuaggio e direi che non c'è bisogno di spiegarne il significato. 
Ed è per me, non per ragioni estetiche o altro. 

Il tatuatore mi ha detto che sono stata anche coraggiosa nello scegliere l'interno del polso/avambraccio come primo tatuaggio, visto che normalmente è una delle zone più dolorose. 
E infatti mi aspettavo un male atroce, mi ero preparata psicologicamente all'eventualità ma poi ho dovuto dare ragione a Laura. 
Ho dovuto dare ragione a Laura su molte cose quel giorno. 

Sarà stato almeno un anno che accarezzavo l'idea di tatuarmi, ma so di essere volubile e volevo essere davvero sicura di quello che poi avrei messo per sempre sulla mia stessa pelle. 
E poi avevo paura del dolore, visto che la mia soglia di sopportazione è bassissima e io ho la pelle chiara e delicata. 

Poi ho perso Cico e ho capito che non aveva senso rimandare. 
Anche prima di perdere Cico sapevo che, se mai mi fossi tatuata, la zampina e le iniziali di Lancillotto e Cico sarebbero state le prime a finire sulla mia pelle. 
E proprio per questo e perché lo sapevano e sapevano cosa significava per me, i miei genitori non hanno quasi battuto ciglio quando ho annunciato l'intenzione di tatuarmi. 
Mia madre mi ha solo detto di pensarci a mente fredda perché l'ho deciso il giorno stesso che è morto Cico, ma considerando che comunque erano mesi che ne erano a conoscenza, non ci sono state proteste o chissà che. 
Dovevo farlo e basta. 

E pensare che quando anni fa avevo detto che avrei voluto farmi il piercing al naso - mai fatto poi, non ho nemmeno i buchi alle orecchie perché non li ho mai voluti - mio padre aveva detto che avrei potuto anche fare a meno di tornare a casa. 

Quindi mi ero preparata all'eventualità che facesse male ma come diceva poi Laura, sono arrivata alla conclusione che non mi importava. 
Aveva ragione quando diceva che se lo vuoi davvero, non importa il dolore. 

Mi sono portata dietro Laura, Alessia e Serena. 
Laura, l'unica tatuata (fino a quel momento) tra di noi e la prima a cui l'ho detto di persona perché a Serena l'avevo già detto per telefono. 
Alessia e Serena, a cui piacerebbe un tatuaggio ma non sono ancora convinte e mi hanno usata come "cavia" perché la prima come me ha paura del dolore e la seconda perché ha paura degli aghi.

Stranamente non ero nervosa - forse perché ne ero davvero convinta, forse a causa dell'adrenalina, forse perché come dice Laura mi ero "rassegnata" all'idea ed era troppo tardi per fare marcia indietro. 
Alessia era dieci volte più nervosa di me - un po' come me quando avevo accompagnato Laura a fare il suo secondo tatuaggio - e osservava ogni minima smorfia sul mio viso.

E invece non ho sentito niente. 
Cioè, non è che non sentito niente niente, ma mi ero immaginata chissà cosa e comunque essendo quella poco più sopra la mia "zona di gioco", ero comunque "abituata" al dolore in quella zona. 
Laura diceva sempre che non sentiva nulla e io non le credevo, ma davvero: sento più male quando mi taglio. 

Non mi ha fatto male per niente, ho sentito solo un po' più di fastidio quando ha fatto la base della zampina e della lettera C e intanto pensavo che per quella lettera, per quello che Cico ha rappresentato ne valeva la pena - avrei sopportato anche più dolore se fosse stato necessario.
E ho sentito un po' più di fastidio quando è ripassato sul riempimento della zampina per accertarsi che non fossero rimaste zone più chiare e quello me l'aspettavo perché comunque si trattava di ripassare su una ferita aperta e anche Laura mi aveva detto che le aveva fatto più "male" ripassare quello che aveva già fatto in precedenza piuttosto che fare quello nuovo. 
Anche Serena mi aveva detto la medesima cosa perché il suo ragazzo si è fatto coprire un tatuaggio e ha sentito più male quando sono passati sulle cicatrici di quello vecchio. 

Alessia mi osservava preoccupata e io sorridevo, Serena mi domandava "okay?" con le mani e io annuivo. 
Per la maggior parte del tempo guardavo Enea lavorare, ma ad un certo punto ho addirittura chiuso gli occhi mentre ascoltavo le mie amiche chiacchierare.


Ne sono orgogliosa, è come se avesse sempre fatto parte di me ma non fosse mai stato visibile fino a questo momento. 
E la settimana scorsa ho avuto un'altra crisi, ma ora mi guardo il tatuaggio sul polso e mi sento più serena sapendo che un segno tangibile di loro è con me - addosso a me per sempre.


'Cause when I needed a place to hang my heart
You were there to wear it from the start
And with every breath of me
You'll be the only light I see

On air: Boyce Avenue - Every Breath

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