martedì 13 gennaio 2015

Ho sognato la primavera la notte scorsa. 
Ho sognato giornate di sole e vento fresco e poi la storia è proseguita secondo il modus operandi di uno dei miei sogni ricorrenti. 

Ho sognato che dovevo andare a scuola ed ero in ritardo, quindi uscivo con il cappotto aperto e lo zaino mezzo sfatto e dei libri probabilmente assenti. 
Ho sognato che correvo verso il cancello sulla strada perché nei miei sogni l'autobus viene a prendermi a casa, non sono io che vado alla fermata. 
E ancora con il cappotto aperto perché c'era una temperatura di quelle troppo calde per abbottonarselo ma di quelle troppo fredde per passare alle cose più leggere, guardavo l'autobus in fondo alla strada e intanto cercavo di finire Paper Towns di John Green.
E mia madre mi veniva incontro per prendere il libro perché non potevo portarlo a scuola e io smadonnavo in venti lingue diverse perché mi mancavano due cazzo di pagine per arrivare alla fine. 

E poi arrivava finalmente l'autobus e io avevo un attacco d'ansia all'idea di salirci e sopra c'erano tutti i miei compagni di classe delle medie e come al solito finivo seduta di fianco a quella con cui litigavo furiosamente l'ultimo anno e in realtà non andavamo a scuola, semplicemente giravamo per tutte le strade di campagna a raccattare su tutti gli altri e poi l'autobus riprendeva il giro e ci riportava a casa perché era già l'una passata. 
Ricordo che parlavo con qualcuno, chiedevo notizie di chi non avevo visto sull'autobus - e di chi effettivamente non vedo nella vita reale da anni - e poi finalmente ero a casa. 


Ho sognato mia madre che leggeva la mia copia di High Fidelity di Nick Hornby e quando le facevo notare che era in inglese, lei mi rispondeva tranquillamente che non era un problema perché si capiva lo stesso. 
E certo, dov'è il problema nel leggere qualcosa che non è scritto nemmeno in inglese americano ma in British

On air: Boyce Avenue - More Things To Say

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