lunedì 22 dicembre 2014

Qualche settimana fa ho preso una decisione con cui dovrò convivere per il resto della mia vita, una decisione da cui non si torna indietro. 
O meglio, sono in tempo a cambiare idea fino al 23 gennaio, ma non credo proprio che lo farò.
Ne sono convinta, non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia e questa non è una cosa da cui scapperò. 


Non so esattamente quando sono diventata così cinica. 
Non credo di esserlo sempre stata, quindi è probabile che io lo sia diventata ad un certo punto della mia vita. 

Ci sono ancora difetti che non riesco a, non dico eliminare, ma perlomeno smussare. 

Ho fatto prima questo discorso con Anna e poi con mia madre a proposito dei miei gusti in fatto di libri: sono diventata estremamente pignola in materia ed è sempre più difficile per me trovarne uno - o anche solo il suo argomento - che mi convinca.
Lo so, sembra assurdo considerando che ho una pila enorme di libri che aspettano di essere letti e che ne ho chiesti altri per Natale, ma è comunque difficile. 

Il fatto è che di storie d'amore mielose e zuccherose non ne voglio sapere. 
Magari alcune storie che rientrano nel cosiddetto target "Young Adult" mi attirano, ma poi mi sento troppo vecchia per le storie ambientate alle superiori o al college. 
Recentemente ho ripreso in mano la lista dei libri che avevo scritto e dopo aver riletto le loro trame, ne ho eliminati davvero tanti. 
Chissà, magari è un effetto collaterale del mio cinismo. 

E forse dopo sarò tacciata di ipocrisia, ma i libri di John Green li ho tenuti; dopo dipende dal modo di scrivere dell'autore, da quanto mi ispirano, dall'umore del momento. 

E davvero, molto spesso dipende dall'autore. 

Di Nick Hornby ho quattro libri qui a casa. 
Ho High Fidelity - il primo libro che lui ha scritto e il primo che io ho letto - e una storia breve intitolata Everyone's Reading Bastard e altri due romanzi che ho subito preso appena li ho visti nell'unica libreria delle mie parti che ha anche i libri in inglese. 

Oggi ho iniziato About A Boy, il suo secondo romanzo.
Oggi ho iniziato About A Boy, ho letto solo trenta pagine e già mi sono immedesimata nel dodicenne Marcus e mi sembra di essere tornata in seconda/terza media, condividendo con lui i suoi pensieri mentre viene preso di mira dai bulli. 
Un po' comprendo anche sua madre e ancora devo inquadrare davvero per bene Will, che però mi sembra già un vanesio, pieno di sé ed egocentrico bastardo. 
Non come lo era Rob Fleming, proprio no, però Nick Hornby è così bravo a descrivere persone imperfette ma assolutamente reali.

E sì, è solo il suo secondo romanzo che leggo ma già che parli alla dodicenne che ancora sono in fondo all'anima e mi fai entrare Will nel Championship Vinyl di Rob Fleming, beh.. ciao Nick Hornby, io ti amo.


Ho scritto più di una volta quanto io sia simile a Rob Fleming di High Fidelity - e lo so, ormai ne avrete la nausea. 
A volte, come lui, mi faccio interi film nella testa, ma cerco subito di bloccarli sul nascere perché lasciarli proliferare e crescere non è mai una buona cosa. 
A volte non riesco a fermarli e torniamo sempre al solito discorso: a quella mancanza di (auto)controllo che mi dà estremamente sui nervi. 

In ogni caso poi provo sempre a fermarli perché è inutile illudersi su cose che non accadranno mai e che, siamo sinceri, comunque mi spaventano a morte. 
E sì, in pratica è l'ennesima fuga. 
E no Serena, non è pessimismo ma realismo. 

Quindi chissenefrega se ho una piccola infatuazione per qualcuno?
Non permetto nemmeno a me stessa di pensarci e mi distraggo subito non appena la mia mente scivola su di lui. 
E questa è una delle poche occasioni in cui ringrazio di essere diventata cinica: mi risparmio davvero un po' di cuore infranto.

There had been times when he knew,
somewhere in him, that he would get used to it,
whatever it was, because he had learnt that some
hard things became softer after a very little while.

Il mio cinismo però vola fuori dalla finestra quando si tratta di Cico e ieri sera ho avuto di nuovo una crisi di pianto.
Non che io oggi stia meglio, eh.

On air: Tegan and Sara - Where Does The Good Go?

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