sabato 27 dicembre 2014

Mi chiedo se arriverà il giorno in cui smetterò mai di piangere e di sentirmi in questo modo. 
Al momento, per come la vedo, credo che quel giorno - se mai arriverà - non arriverà comunque mai troppo presto. 

La mattina di Natale mi sono svegliata - dopo una notte a base di incubi e sonno continuamente interrotto dai suddetti incubi e dalla solita ansia notturna che mi fa tornare cosciente ogni ora più o meno - con il chiaro ricordo di aver sognato mio nonno e Cico. 

Non ho sognato proprio mio nonno in sé - non come mia madre ha detto che ha fatto mia nonna - ma ho sognato che, dopo aver vagato in macchina per questa campagna sconfinata quando sapevo che in realtà avrei dovuto essere a scuola ma stavo comunque fuggendo da qualcuno, parlavo di lui e degli ultimi mesi con una mia amica. 
E ricordo questa versione di me stessa che raccontava tutto a Valentina, da quando si è scoperto che si trattava di tumore a quando ha avuto l'ictus, da come mia madre ha detto che era meglio che lo ricordassi com'era a tutti i miei rimpianti e rimorsi. 

E poi ho sognato Cico. 
Ho sognato mio padre che era seduto nel suo posto sul divano e con il panno di Cico sulle gambe e io e mia madre in piedi davanti a lui, anche se leggermente spostate sulla destra.
E mia nonna faceva entrare Cico in casa - come ha fatto innumerevoli volte nel corso di otto anni - e lui saltava sul divano, dava una "testata" affettuosa prima alla mia mano e poi a quella di mia madre e poi si metteva in braccio a mio padre. 
E tutti restavamo a bocca aperta perché lui non è mai stato il tipo, lui è sempre stato un asociale che preferiva dormire per conto suo e guai a chiunque provasse a disturbarlo - pena una mano staccata a morsi. 
Come me, insomma. 

Mi sono svegliata con il respiro corto credendo che fosse reale, credendo ci fosse Cico dall'altra parte della mia porta chiusa che stava piangendo per entrare e venirmi a trovare.
Mi sono svegliata e ho trovato un messaggio di Serena che mi augurava per quanto possibile un Natale sereno e ho sospirato perché non c'era niente di "sereno" nella tempesta emotiva che avevo dentro in quel momento. 

Sono undici anni che non facciamo l'albero di Natale in casa. 
Mio nonno era morto a novembre e nessuno era dell'umore - o meglio, io l'avrei anche fatto ma mia madre mi aiutava sempre e invece quell'anno mi ha detto che, se volevo, lei mi tirava giù la roba e che poi ci avrei pensato io. 
Trovavo troppo deprimente fare l'albero di Natale da sola e sapendo che comunque era ancora "fuori luogo", così ho lasciato perdere. 
Non l'abbiamo fatto nemmeno l'anno dopo e nemmeno quello successivo e dopo un po' è diventata l'abitudine, ha smesso di avere importanza e di essere una cosa "strana" e quando a scuola mi chiedevano tutte stupite perché io non facessi l'albero, io semplicemente scrollavo le spalle. 

La mattina di Natale - ogni singola mattina di questo mese - sono scesa in salotto e mai come quest'anno casa mi è sembrata così deprimente, buia e vuota perché non c'era nemmeno più Cico a dare un tocco di colore alle cose.
E oggi ho avuto pure la "brillante" idea di guardarmi alcuni video sul cellulare che gli avevo fatto e sono scoppiata in lacrime, con mia madre che si è subito allarmata quando mi ha sentita e poi mi ha detto di smettere altrimenti avrei fatto piangere anche lei e mio padre e io ancora mi sento come se mi avessero strappato il cuore. 

Oggi è un mese che è morto e oggi mi sento morta anche io e non so che darei perché fosse ancora qui.

Alarm goes off
But you feel too weak
Your soul's too heavy
For your feet
[..]
You lost your faith
And your life is cursed
You've cried so hard
Inside it hurts

On air: Boyce Avenue - One Life

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