giovedì 11 settembre 2014

A volte lo faccio senza un motivo preciso. 

A volte - come sabato - sebbene sia stata una serata senza "traumi" particolari - a parte quando mi è venuto un attacco d'ansia, breve ma così intenso che da tanto mi tremavano le mani a momenti rovesciavo per terra il contenuto del mio bicchiere - lo faccio comunque prima di mettermi a dormire perché mi distende i nervi. 

A volte - come l'altra sera - mi capita di avere le forbici in mano ed è un attimo, lo faccio senza neanche pensarci e senza curarmi che ci siano i miei genitori nella stanza a fianco.
Mi è caduto l'occhio sul mio polso scoperto e sui segni di sabato che si stavano sbiadendo e non ce l'ho fatta a resistere: solo due graffi abbastanza superficiali, quel tanto che bastava per sciogliere un po' la voglia annodata nello stomaco. 
E con il polso arrossato e una minuscolissima goccia di sangue sono tornata in cucina dai miei come se niente fosse. 

Ed è profondamente sbagliato, lo so. 
Mi rendo conto che è malato quello che sto facendo, soprattutto perché ero riuscita a smettere per un anno - o forse anche di più - e ora ci sto ricandendo dentro con tutte le scarpe. 
Perché non riesco più a guardarmi il polso senza avere la voglia lacerante di farmi a pezzi, perché è tornato ad essere un pensiero ossessivo nella mia testa. 

E rido quando penso che la gente crede di conoscermi, che chi mi sta attorno si permette di giudicarmi senza avere la benché minima idea della merda che mi passa per la mente.
Senza sapere cosa nasconde quella manica lunga. 

Senza sapere che passo minuti - e forse passerei anche ore - ad osservare quei graffi e quei tagli. 
Ad osservare quel lembo di pelle che non tornerà mai più com'era prima, esattamente come il resto di me. 

You hide your battle scars when I’m around
The blurry lines go on forever
So give me a chance
I know that you’d be up for it
One step at a time
One step at a time

On air: The Kite String Tangle - Given The Chance

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