Non ho mai smesso di essere una vittima di bullismo.
Magari non mi mettono più le mani addosso e gli insulti e le prese in giro si sono fatte più rare, ma io ancora agisco come se ci fosse una minaccia nascosta dietro ogni angolo pronta ad aggredirmi.
Ieri pomeriggio dopo la palestra mi sono dovuta fermare in paese per un paio di commissioni e ho parcheggiato in piazza come al solito.
Una volta non sarei mai uscita di casa se non fossi stata truccata di tutto punto e vestita bene, ma oggi me ne frega relativamente tanto più che non sarebbe la prima volta che vado in piazza in tuta e struccata e avevo le lenti a contatto solo perché portare gli occhiali da sole sopra gli occhiali da vista sarebbe un po' impraticabile.
Resta il fatto che sono uscita dalla palestra in tuta e con i capelli raccolti in una coda e sono scesa tranquillamente dalla macchina chiedendomi se andare prima in merceria oppure in edicola.
E li avevo già visti mentre scendevo dal ponte in macchina, ma mentre ero in piedi e mi stavo infilando il giubbotto ho potuto osservare bene quanta gente ci fosse seduta davanti alla pizzeria.
Quella pizzeria che è sempre stata uno dei maggiori punti di ritrovo sin da quando io avevo quindici anni.
Sono andata in merceria per far stringere una maglia che mi hanno regalato e per andare in edicola poi sono dovuta passare davanti a tutta quella gente e lo so che non sono più gli stessi ragazzi di quando ero una ragazzina io, ma ancora quel posto è capace di togliermi il respiro dall'ansia.
Ancora sono paranoica e cammino veloce senza neanche respirare, pregando intanto di non inciampare nei miei stessi piedi e cadere a terra - perché sarei capacissima di farlo.
E passata la pizzeria poi c'è la panchina vicino al negozio di alimentari dall'altra parte della strada e anche lì, testa alta e sguardo fisso davanti a me, rigida e attenta a non incrociare nemmeno per sbaglio lo sguardo di qualcuno per evitare di scatenare qualcosa.
Non mi importava niente di come ero vestita e di come magari apparivo e mi davo della stupida da sola perché erano solamente dei ragazzini di massimo sedici anni e io ne ho quasi venticinque, ma vedere gente raggruppata in quei due posti è capace di farmi tornare quella ragazzina fragile e spaventata e gettarmi in un attacco d'ansia.
Quando la gente mi dice che sono paranoica di solito non la contraddico perché so perfettamente che è vero.
Quando si è una vittima per anni poi ci si aspetta un altro attacco ad ogni secondo e in ogni posto che si frequenta, anche se le persone non sono lo stesse.
Quelle causate dal bullismo sono cicatrici che non guariscono mai.
On air: Mat Kearney - Nothing Left To Lose
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