giovedì 10 aprile 2014

Il mio compleanno mi manda sempre in crisi, puntualmente ogni anno.
Questi sono i miei ultimi giorni da ventiquattrenne perché poi sabato ne compirò venticinque. 
E il solo pensiero mi atterrisce. 

Esteticamente sembro ancora una diciottenne o forse ora me ne danno addirittura una ventina se provano ad indovinare la mia età, ma il punto è che nemmeno mentalmente dimostro la mia età. 
È sempre stato uno dei miei problemi: a volte sono ancora convinta di avere diciassette anni, forse perché ho lasciato troppe cose irrisolte a quel tempo. 
E non ci sono mai scesa a patti.

Io e le responsabilità non abbiamo mai avuto un rapporto particolarmente facile.

Due o tre settimane fa ho fatto da babysitter alla figlia di una mia amica per tre giorni e sebbene la piccola sia una bambina bravissima, alla fine del terzo giorno avevo l'orticaria dallo stress.
Ogni giorno tornavo a casa e chiedevo a mia madre perché diamine la gente decide di mettere al mondo dei figli, perché decide di accollarsi una responsabilità del genere che dura tutta la vita.
E mia madre rideva e lei e mio padre mi raccontavano di quanto io fossi terribile da bambina, al che rispondevo con un "Ecco, appunto!" per sottolineare le mie dichiarazioni precedenti.
E mio padre, scherzando (o forse nemmeno tanto), diceva che sono andati vicini più di una volta all'affogarmi.

Appunto.

Ho quasi venticinque anni, ma è da quando ho preso coscienza di come nascono i bambini che dico sempre che io non avrò mai figli.
Non ho mai avvertito l'istinto materno o la voglia di avere qualcuno di cui prendermi cura e forse non lo avvertirò mai.
Ed è vero, sono giovane, ma la mia amica?
Lei è nata per essere madre.
Io? Io non ne sono tanto sicura.

Mi guardo intorno e vedo Valentina con una figlia, Serena e Sara che convivono, Alessia e Anna che stanno insieme ai loro ragazzi da dieci e passa anni.
Le uniche single siamo io e Laura e, per quanto mi riguarda personalmente, va bene così.

E non c'entrano neanche tanto i soliti problemi - paura dell'intimità fisica ed emotiva e poca voglia di condividere me stessa con qualcun altro - quanto piuttosto il fatto che sotto certi aspetti anche io sono ancora una bambina.
Sono egoista, immatura e mi piace avere il mio tempo per fare ciò che mi piace senza altre persone intorno.
Non voglio responsabilità e soprattutto non voglio responsabilità che durino un'intera vita.

Sono ancora troppo immatura ed egoista per anche solo pensare all'idea di un figlio.
E chissà, magari un giorno cambierò idea sui figli.
Magari un giorno riuscirò a superare tutti i miei blocchi e ad avere una relazione, ma di sicuro non accadrà in un futuro tanto vicino.
Ma per il momento non riesco neanche a conciliare me stessa con il pensiero di una relazione, figuriamoci il pensiero di marmocchi che girano per casa.

Per carità, che Dio ce ne scampi. 


Il mio compleanno comunque mi manda sempre in crisi perché mi rendo conto che il tempo passa e da una parte ho paura di essere ancora quella ragazzina problematica. 
Ho paura che non smetterò mai di esserlo. 

Da quando è iniziato il mese di aprile ho ricominciato a pensare a te e non va bene. 
Sono tornate a galla tutte quelle cose, tutti quei pensieri molesti che tento sempre di ignorare e fare finta che non esistano ma stanno gridando sempre più forte e nemmeno la musica dei miei artisti preferiti riesce a coprire quel rumore.

Non voglio più pensare a te, ma non ho mai imparato come fare a smettere.

On air: A Day To Remember - City Of Ocala

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