lunedì 5 agosto 2013

Ricordo ancora in quasi tutti i suoi dettagli quel sogno di qualche tempo fa, anche se non so quantificare se sia passato solo qualche mese o addirittura un anno.

Tu mi rincorrevi e io scappavo, io mi nascondevo e tu mi braccavi sempre come se fossi stata un animale.
Sembrava piacerti il gusto della caccia, non sembravi darti pace fino a quando non riuscivi a guardarmi dall'alto in basso, ghignando.
La mia espressione terrorizzata era qualcosa che ti dava immenso piacere e io sapevo di non avere scampo, eppure comunque tentavo.
Ancora e ancora e ancora.

Il che, a pensarci adesso, è veramente ironico perché la realtà non è mai stata questa.
La realtà è sempre stata quella dove ero io a rincorrere te, con la differenza che non riuscivo mai trovarti, continuando a correre in giro alla cieca.
Una cosa comunque non cambiava; in quelle poche volte in cui ero in grado di trovarti - o forse eri tu a volerti far trovare - avevi comunque quel ghigno odioso disegnato sulle labbra.
E forse a prima vista sembrava che fossi stata io a vincere la caccia, ma la verità era ben lontana da quella sciocca presunzione.
Che io ti trovassi o meno, eri comunque tu a vincere.
Sempre e comunque, perché quando riuscivo a trovarti sembrava quasi che tu mi avessi fatto un regalo.

Ho ancora un sacco di brutte abitudini, come quella di rivolgermi a te quando scrivo.
Ma non lo faccio con le stesse intenzioni di una volta perché non ricordo nemmeno più l'ultima volta che hai occupato la mia mente in maniera ossessiva.
Non scrivo direttamente a te, quanto più all'immagine di te che mi sono creata nel corso degli anni.
Quella che usavo per proteggermi, per difendermi dagli altri e non lasciarmi coinvolgere.
Rappresentavi l'ultima maglia della mia rete di sicurezza e sono sempre stata restia a lasciarti - e a lasciarmi - andare.

Ho detto qualche tempo fa che non ho più bisogno di usarti come scusa per allontanare il resto del mondo, ed è (ancora) vero.
Però ho ancora bisogno di scriverti, ma non so esattamente per quale motivo.
Forse per ricordare a me stessa chi sono e da dove vengo.
Forse per ricordare a me stessa il peso dei miei fallimenti e delle mie scelte sbagliate.
Forse per ricordare a me stessa quello che avrei potuto avere.
Forse per ricordare a me stessa le trappole in cui non sono caduta grazie a te.
O forse a causa tua, se vuoi vederla in questi altri termini.

Ci ho messo molto tempo a lasciarti andare, molto di più di quello che io avrei desiderato.
Sicuramente molto più tempo di quello che tutti gli altri si erano auspicati.
Ma ce l'ho fatta.

E forse continuerò a scriverti ancora per un po' o forse presto smetterò, chi può dirlo.
Ma tieni sempre a mente che non scrivo a te, ma alla persona che io ho sempre immaginato che tu fossi.
Non è quindi come se in realtà stessi scrivendo a me stessa?

On air: SolarSolar - I Can't Find You 

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