sabato 22 giugno 2013

Martedì pomeriggio, mentre accompagnavo mia madre dal dentista, mi sono ritrovata a percorrere le strade del paese dove praticamente sono cresciuta.
Strade che conoscevo a memoria e che avrei potuto percorrere anche ad occhi chiusi, tanto io ed Elisa ci abbiamo macinato chilometri e non importava il freddo pungente o il caldo infuocato.

Non percorrevo quella strada a piedi da quando avevo diciassette anni ed è stato con avidità che i miei occhi hanno notato anche i più piccoli cambiamenti e anche le cose che, bene o male, sono rimaste sempre le stesse.
Il marciapiedi leggermente scosceso in un certo punto, i gradini della scuola elementare dove ci davamo appuntamento il sabato pomeriggio, la scuola media e le finestre del laboratorio di scienze dalle quali siamo usciti di nascosto l'ultimo giorno di seconda media perché la nostra insegnante di matematica non voleva lasciarci andare fuori insieme a tutti gli altri in giardino.
E ho ricordato anche l'aula di educazione artistica e quelle lezioni che odiavo con tutta me stessa perché non sono mai stata capace di disegnare qualcosa manco ne andasse della mia stessa vita.

Ho lasciato mia madre dal dentista e poi io ho proseguito a piedi perché avevo delle commissioni da fare e ho incrociato alcune persone che conoscevo, ma loro non mi hanno vista.
Mi sono sentita un'estranea, ma non era nemmeno la prima volta.
Mi sono chiesta, se mai quel ragazzo che era in classe con me mi avesse vista e salutata, se poi si sarebbe domandato che fine ho fatto e dove mi sono nascosta per tutti questi anni.

Mi sono sentita un'estranea per tutte quelle persone e anche per quei luoghi che hanno visto i miei anni peggiori ma anche i migliori.
Quella piazza dove si radunavano tutti e io ed Elisa, che avevamo solo quattordici anni all'epoca, eravamo piene di soggezione verso di loro.

Ho pensato a com'è cambiata la mia vita, ma ancora non riesco a pentirmi delle decisioni che ho preso e delle persone che ho lasciato indietro.
Ed è vero, forse in questo momento (periodo?) non sto affatto vivendo e sono bloccata nella mia apatia, ma non mi importa.

A volte va bene tornare nel passato.
A volte è l'unica maniera per andare avanti.

They say losing a lover is hard, losing a friend is harder,
and losing both is the hardest of all.
What do you do when a piece of your life is suddenly missing?
We know we're supposed to move on, but how?
How do you move on when there's a hole
in your life that nothing can fill? [..]
Sometimes the only way to move forward
is to stop moving, to stand still,
and to decide that no matter what happens,
no matter how much it hurts,
you're exactly where you want to be.
(Being Erica – 3x02 – Moving On Up)

On air: You Me At Six - Fireworks

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