lunedì 27 maggio 2013

Gatsby credeva nella luce verde, al futuro
orgiastico che anno dopo anno indietreggia
di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa -
domani correremo più forte, allungheremo ancora di più
le braccia... E una bella mattina...
Così remiamo, barche controcorrente,
risospinti senza sosta nel passato.
F. Scott Fitzgerald

La prima volta che ho letto Il Grande Gatsby ho pensato che fosse un libro altamente sopravvalutato, forse perché ogni tanto mi perdevo dentro le parole e le frasi troppo lunghe di Fitzgerald.
Ma mi aveva lasciato comunque qualcosa di importante, qualcosa come la consapevolezza di essere (stata) simile a Gatsby in quel suo aggrapparsi ad un sogno che in realtà era già morto da tempo e incapace di ammetterlo, convinto di poter rivivere il passato.
Ma come dice Nick, il narratore, non si può.

La settimana scorsa ho visto il film di Baz Luhrmann e l'ho amato anche perché, diciamoci la verità, la cotta per Leonardo DiCaprio non mi passerà mai visto che è un attore straordinario e lo diventa sempre di più.
Molto fedele come rappresentazione cinematografica anche se ovviamente alcune cose sono state tralasciate e mi è venuta voglia di rileggere il libro.

Una volta ho letto in giro che Il Grande Gatsby è uno dei quei libri che ti danno qualcosa di diverso ogni volta che li rileggi.
Lo leggi a vent'anni e percepisci qualcosa.
Le leggi a trent'anni e scopri un aspetto diverso.
Lo leggi a quarant'anni e ancora scopri tra quelle stesse righe qualcosa che prima non avevi notato, riconosciuto.
Non so se è stato perché ho riletto il libro dopo la visione del film e quindi avevo le immagini ancora fresche nella mia memoria, ma questa volta l'ho amato.
Questa volta non mi sono persa nelle parole di Fitzgerald, ma mi ci sono destreggiata a dovere e le ho assaporate in una maniera diversa, pur trattandosi delle medesime frasi in cui mi ero già imbattuta una volta.

Ho alcune brutti vizi che, nonostante gli anni passino, non scompaiono mai.
Uno di essi è la brutta tendenza che ho a sopravvalutarmi, a mettermi su un piedistallo, a credermi migliore di quanto io sia nella realtà.
E dovrei averci fatto l'abitudine agli insulti, alle prese per il culo, eppure ancora bruciano come sale su una ferita aperta.
Ogni volta che mi sento migliore, che ho acquistato un po' di sicurezza, inevitabilmente arriva qualcuno a buttarmi giù dal piedistallo e io mi faccio un gran male.
Ma poi non imparo mai dai miei errori perché ancora mi arrampico in cima a quel piedistallo e cerco con tutte le mie forze di rimanerci, quando l'unica cosa saggia da fare sarebbe mollare la presa e lasciarsi andare.

Ogni tanto penso che la mia vanità sarà anche la mia rovina.
Ogni tanto penso che aver creato un blog, averlo reso pubblico, averlo fatto crescere e "conoscere" sia stato uno sbaglio.
Quando esco di casa e colgo certi sguardi da parte di persone che "conosco", non posso fare a meno di sentirmi assalita dal terrore paralizzante che mi coglie se anche solo sospetto che siano a conoscenza del mio blog.

Non voglio fare il tuo nome e non lo farò mai più, perlomeno non qui sul blog, quindi d'ora in poi ti chiamerò NAC (che ovviamente sta per Nome A Caso).
Bene, so per certo che almeno due degli amici che frequentavi all'epoca quasi sicuramente sono incappati nel mio blog, quando ancora stava su Splinder, e ho sempre avuto il timore che a causa di questo te l'avessero detto e fossi diventato un habitué, uno di quelli che facevano salire il contatore delle visite.
E quando, due settimane fa, mi sono accorta di quegli sguardi, di quegli ammiccamenti e di quei gesti indicativi, mi sono ritrovata paralizzata e incapace quasi di respirare per la paura che tu e tutti i tuoi amici siate a conoscenza di ogni singola cosa che scrivo.

Ma magari sono davvero vanitosa e tutto questo è frutto della mia immaginazione e della mia paranoia.
E anche se tu ne fossi a conoscenza, cosa cambierebbe?
Proprio nulla.
E allora, who cares.

È solo che ogni tanto ho paura di finire come la ragazza protagonista della canzone dei The Naked And Famous.

On air: You Me At Six - No One Does It Better (acoustic version)

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