sabato 13 ottobre 2012

Scritto il 3 marzo 2012.

Una volta sono rimasta sveglia a vedere l'alba dalla mia finestra.
Forse anche più di una volta.
Sono rimasta sdraiata nel mio letto su un fianco ad osservare il cielo schiarirsi sempre di più, fino a quando c'era così tanta luce nella mia stanza che sarebbe stato impossibile riaddormentarsi in qualsiasi maniera.
Privarmi del sonno a volte è solamente una maniera per continuare ad andare avanti.


E poi ho pensato a quella volta che ho passato l'intera notte a leggere, non dormendo neanche per dieci minuti.
Infine è arrivata la mattina, ed era un sabato, e io e mia madre siamo andate a vedere i miei risultati di fine anno.
Era la fine della prima superiore, quindi giugno 2004.
E nel pomeriggio, come ogni sabato che si rispettava, io e te uscivamo insieme in piazza.
Ricordo che alla fine sono crollata, in quel tragitto di cinque minuti in macchina mentre mio papà guidava, io mi sono addormentata per poi essere svegliata da lui che mi diceva che ero arrivata.
E sono scesa dalla macchina e tu eri seduta sui gradini della scuola elementare che mi aspettavi e io ridendo ti ho raccontato che mi ero appena svegliata dopo aver dormito in macchina.
E poi in giro per il paese, a macinare chilometri per quelle strade che conoscevamo come le nostre tasche.


E adesso che le temperature si sono alzate ed è spuntato il sole, mi sono trovata a guardare fuori dalla finestra e ho sentito una fitta acuta di nostalgia e improvvisamente mi sono sentita troppo vecchia.
E mi era venuta voglia di prendere la macchina e anche da sola, ripercorrere tutte quelle strade così familiari ma allo stesso tempo estranee.
Per un momento ho sentito profumo di primavera e ho sentito anche il profumo di quelle giornate.
Per un momento ho sentito il profumo di quelle che eravamo.


Una parte di me è convinta ancora adesso che alla fine è stato meglio così, che era l'unico modo per farci crescere.
Tremendamente doloroso, ma efficace.
Ho sentito la tua mancanza come se mi mancasse l'aria e a volte è ancora così, ma forse con te al mio fianco sarei ancora quella ragazzina fragile dipendente dalla sua migliore amica.
Non che adesso io sia una persona migliore o meno fragile.
Sono una che ha paura delle relazioni e con la sindrome dell'abbandono e che ha paura dell'intimità sia fisica che psicologica.
La verità è che sono un disastro, ma sono un disastro anche abbastanza indipendente dal resto delle persone e la solitudine non mi fa paura.
Non più come una volta.


A volte la sento ancora quella ragazzina di 17 anni, come un fantasma.
Ma quella ragazzina è morta ormai da sei anni e ci ho messo molto tempo a lasciarla andare.
Ci ho messo due anni e anche dopo non è stato affatto semplice.
Ogni tanto ripenso a lei e a quello che era, a quello in cui mi assomigliava e a quello in cui era diversa.
Chissà, forse oggi sarebbe orgogliosa di me.


Siamo state quello di cui avevamo più bisogno per quattro anni e all'improvviso non era più abbastanza.
Forse io non ero più abbastanza, forse ero io che non ero cresciuta abbastanza per stare al passo con te.
Forse sono sempre stata io il problema in tutti i rapporti che ho costruito durante la mia vita e forse è per questo che cerco di non costruirne altri.


Sono sopravvissuta.
Sopravvivere è sempre stato quello che ho fatto e quello che continuo a fare ancora adesso.


Non ricordo nemmeno quand'è stata l'ultima volta che ti ho vista.
Non so nemmeno quanti anni sono passati, se due o tre.
Non credi che sia orribile, persino da parte mia?
Dimenticare una persona che per me era come una sorella e che è stata una delle poche cose nella mia vita a tenermi in piedi?


Eppure ogni tanto ti sogno, esattamente com'eri quando tutto andava bene e quando io ero una persona più allegra e meno bloccata.
Con più sogni e più speranze e più ambizioni e più sorridente.
Quando avevo ancora qualcosa da dare al mondo e al resto delle persone.
Quando ero meno acida e meno sarcastica, quando ero meno stronza e meno apatica.
Quando ero meno vuota e meno indifferente nei confronti di qualunque cosa e qualunque persona.
Ma quella ragazzina è morta e adesso al suo posto c'è questo guscio vuoto e autolesionista con la pretesa di definirsi un essere umano.


Ne è davvero valsa la pena?

On air: Courrier - "Between"

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