martedì 25 settembre 2012

L'ironia della vita proprio.
Proprio mentre pensavo che non accadeva nulla di interessante da raccontare e che per questo potevo pubblicare un po' di roba a random che tengo salvata sul computer da tempo immemorabile, ecco che anche se non ho l'ispirazione arriva qualcosa che mi fa tremare le mani dalla voglia di scrivere.


Ieri sera sono andata al cinema con Serena, sua cugina Giulia e Anna e siccome eravamo in ritardo, siamo andate a cena dopo il film.
E abbiamo parlato, riso e scherzato e prima di andarcene a casa, siamo passate per la sala giochi del Green.
Sono passata davanti a quel famoso pub, dove quando avevo 15/16 anni avevo sperimentato le mie prime piccole sbronze.
E anche quella pesante della prima volta in cui ho visto Luca con Fiorella.
Pensavo a quei cocktail alcolici che mandavo giù insieme a te, anche se solitamente io prendevo la vodka alla menta oppure il Baileys mentre tu eri fissata con l'Invisibile alla fragola.
E ti stavo pensando, ma sorridevo perché stavo ricordando com'ero allora, ovvero molto più intera e stabile di quanto non sia adesso.
E devo ammettere che pensare a me come più "stabile" a sedici anni piuttosto che a ventitré fa abbastanza ridere.
E poi ti ho vista, in carne ed ossa, proprio a poca distanza da me.
All'inizio non ero sicura che fossi tu, vedere con la coda dell'occhio può sempre giocare brutti scherzi.
Ma è bastato un mezzo secondo di più per rendermi conto che eri davvero tu.
E sai cos'è successo?
Proprio niente.
Niente coltellata allo stomaco, niente tuffo al cuore, niente battiti accelerati, nessun rimorso o rimpianto a bussare insistentemente.
Niente di niente.
Solo una veloce occhiata di sfuggita e poi mi sono avviata con le altre.
Non ho idea se tu mi abbia vista oppure no e non ho nemmeno guardato con chi fossi perché non mi interessa più.
Ma è stato bello, anche per un solo momento, sentirmi di nuovo quella sedicenne padrona del mondo.


Ogni tanto rimango ancora sconcertata nel rendermi conto di quanto alcune delle persone che mi circondano tengano a me.
Durante la cena è saltato fuori il discorso di tutta la gente che nel corso degli anni mi ha messo le mani addosso per farmi del male e vedevo che Serena era livida.
Vedevo come lei osservava il modo in cui distoglievo lo sguardo mentre mi giravo dalla parte opposta oppure mentre continuavo a tagliare la pizza come se niente fosse, come se fosse stato un qualsiasi altro argomento che non riguardava me personalmente.
E forse potrò aver anche mandato fuori strada Anna e Giulia, ma di sicuro non ho fregato Serena, il cui sguardo non si distoglieva per un secondo da me.
Mi lascia sempre disorientata il modo in cui è sempre pronta a difendermi, in qualsiasi modo.
Il modo in cui, in alcune occasioni, è forse anche più vigile di me nell'osservare la gente che mi circonda e che potrebbe farmi del male.
E Giulia mi chiedeva il perché di quelle mani addosso, perché l'avesse fatto anche il tipo di cui stavamo parlando.
E io, agitando un mano con nonchalance, rispondevo che "lo facevano tutti, uno in più o uno in meno non faceva alcuna differenza" e intanto sentivo lo sguardo di Serena fisso su di me.
Solo recentemente, dopo aver visto un servizio al telegiornale, ho realizzato che sono stata una vittima di bullismo dalle medie fino a pochi anni fa.
Ero a tavola con i miei genitori in quel momento e mi è letteralmente mancato il respiro, tanto che mi è quasi venuto un attacco d'ansia.


Ancora mi disorienta il modo in cui alcune persone cercano di proteggermi, forse perché nessuno prima l'aveva mai fatto, me compresa.
Ancora mi disorienta veder arrivare una carezza o un abbraccio invece di una tirata di capelli, di una stretta alle braccia per tenermi ferma o magari di un pugno in una qualsiasi parte del mio corpo.
E ancora rido pensando che forse ero una persona più "stabile" quando queste cose accadevano piuttosto che adesso che non accadono più.


On air: 3OH!3 - I'm Not The One

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