martedì 7 agosto 2012

Ho sempre pensato di essere cambiata nel corso degli anni.
In realtà forse non così tanto come mi piace pensare.

Non saprei dire in cosa sono rimasta la stessa.
Forse nelle piccole cose perché sono proprio quelle - le piccole cose - a fare molto spesso la differenza.

Ci sono giorni in cui mi piacerebbe imbattermi nella persona che ero e rimanere ferma ad osservarla.
Osservarla muoversi, parlare, interagire con gli altri e starsene per i fatti suoi.
Vorrei vedere cosa tutti hanno visto di me nel corso degli anni e cosa continuano a vedere.
Se sono spezzata fuori tanto quanto lo sono dentro.

Ci sono giorni in cui penso che se mai mi trovassi davanti la ragazzina quattordicenne che ero, non rimarrei ferma nemmeno un secondo a pensarci e l'istinto prenderebbe immediatamente il sopravvento.
La mia razionalità volerebbe dritta fuori dalla finestra per lasciare spazio ad una rabbia cieca mentre prenderei quella ragazzina per il collo e le sbatterei la testa contro il muro più vicino.
Ripetutamente, fino a spaccargliela.

Un paio di settimane fa ho detto a Serena della lettera che avevo iniziato a scriverti e che non ho mai concluso.
Con te sembro non finire mai niente.
Le ho detto di come pian piano quella lettera ha iniziato ad assomigliare sempre di più ad uno miei post, dove molto egoisticamente parlo sempre dei miei problemi e Serena ha detto che te la dovrei mandare proprio così, visto che secondo lei sei stato proprio tu a causarmi la maggior parte dei miei problemi.
E di solito questa è una di quelle frasi che rifiuto di ascoltare persino - soprattutto - da parte di me stessa, ma devo riconoscere che in parte è vero.
Riconosco che è vero quando tutto riporta inevitabilmente a te, in qualche modo strano e contorto.
Riconosco che è vero quando nel silenzio della notte sento la tua voce sussurrare parole che non riesco mai ad afferrare e la mia mente è invasa da tue immagini.
Non finirà mai, vero?

Sono sempre stata gelosa e possessiva delle mie cose.
Sì, diciamolo a voce alta: sono sempre stata egoista.
Quindi sono sempre stata attenta a trattare con cura tutte le mie cose e riservavo lo stesso trattamento a quelle degli altri e ai loro proprietari.
Se qualcosa si rompeva, tentavo in tutti i modi di aggiustarlo.
Non so quando gli altri hanno smesso di avere la stessa cortesia nei miei confronti o se proprio non l'hanno mai avuta.
Allora ho cominciato a cercare di aggiustare me stessa, in qualsiasi modo possibile e "in qualsiasi modo possibile" ha poi cominciato ad assumere aspetti di autodistruzione, in quanto "aggiustare" era diventato sinonimo di "eliminare".
Per quanto cercassi di aggiustarmi, c'era sempre qualcuno da un'altra parte che mi spezzava fino a quando non mi è importato più.
Ho smesso di avere cura di me stessa perché ormai c'erano troppo nastro adesivo e troppa colla scadente a tenere insieme pezzi talmente piccoli che sarebbe bastato un soffio di vento per farli crollare a terra in briciole.
Ho smesso di cercare di aggiustarmi perché in fondo nessuno vuole un giocattolo rotto e imperfetto, vero?

On air: Tyler Hilton - "Missing"

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