martedì 3 luglio 2012

Il diciassette di questo mese esce il vostro nuovo EP, che anticipa il vostro nuovo album che uscirà in autunno.
E so che sarà la mia morte.
Voi siete la mia morte fin dalla prima volta in cui ho sentito una vostra canzone, ma non posso fare altro che amarvi.

Ci sono notti in cui rimango sdraiata a letto e mi metto a fissare il soffitto.
E cerco di ascoltare non la musica che ho nelle orecchie, ma me stessa.
Sento quel muscolo chiamato cuore battere, ma per il resto non sento altro.
Sento solamente un gran silenzio, un vuoto che ha assorbito o ha divorato tutto quello che c'era, come una bestia famelica.
E so che dovrebbe esserci qualcosa, ma ho come la sensazione che non esista più.

Credo di essere così tranquilla da quando ho visto il futuro che mi aspetta e da quando ho accettato che sarebbe finita così.
Che niente sarebbe cambiato.
La mia parte razionale lo sa, è stata la prima a capirlo ed è stata la prima a gridarmelo nelle orecchie in ogni occasione possibile.
La mia parte emotiva, nonostante sia fortemente sedata per la maggior parte del tempo, ogni tanto riacquista un po' di lucidità e tenta di darmi l'illusione che prima o poi qualcosa cambierà.
Tenta di persuadermi a liberarla e mi sussurra dolcemente all'orecchio che dovrei fidarmi di lei e di tutte quelle belle parole zuccherose che mi sta dicendo.
Ma ho imparato tanto tempo fa a non farmi incantare dalle parole degli altri e allora la prendo a calci e la rimando nel suo angolino, mentre lei guaisce dolorante ma io faccio finta di non sentirla perché non mi lascerò impietosire.
La mia parte razionale è la peggiore dei carnefici che avrei potuto trovare per tentare di uccidere la mia parte emotiva e direi che sta facendo un ottimo lavoro, visto che la notte ascolto e non trovo nulla.
Solo silenzio dopo tanti anni di rumore.

Non so da quando le persone hanno smesso di piacermi.
Forse da quando io ho smesso di essere una persona.

Ormai mi ritrovo ad ascoltare annoiata la metà di quello che mi dicono perché nella maggior parte dei casi si tratta solamente di rumore di sottofondo.
Penso di aver iniziato a smettere di ascoltare chi mi circondava qualcosa come cinque anni fa.

Tanti anni fa, a fine gennaio 2008, sul mio vecchio blog avevo scritto un post parecchio "astratto" su di me al cinema, incatenata alla poltrona, a vedere lo stesso film per la terza volta.
E chi aveva le chiavi delle catene intanto se la rideva alle mie spalle.
Me ne sono resa conto la notte scorsa, pensandoci, che ormai quel cinema e quel film sono diventati parti così integranti della mia vita che ora sulla poltrona mi ci metto pure comoda e recito le battute insieme ai personaggi, mentre chi tiene in mano le chiavi non ride più e mi osserva con espressione confusa.
E ora sono io a ridere perché quando accetti certe cose, poi ti tranquillizzi e non tenti più di scappare.
Chissà, forse ho sviluppato una sindrome di Stoccolma nei confronti della mia stessa vita.

On air: Rock of Ages OST - Every Rose Has Its Thorn

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