lunedì 4 giugno 2012

La prima volta che ho usato la musica per addormentarmi era l'estate del 2004 e avevo 15 anni.
La mia intenzione non era esattamente quella di dormire, onestamente.
Faceva caldo, continuavo a rigirarmi nel letto come un'anima in pena e non avevo sonno.
L'unica cosa di cui avevo voglia era musica, ma ovviamente non potevo certo accendere lo stereo in piena notte e così ho messo un cd nel mio lettore cd portatile e così è cominciata.
Probabilmente quella è stata la prima estate in cui ho cominciato ad avere problemi nel dormire e a soffrire un po' di insonnia.

È iniziata così, come un modo per passare quelle ore insonni e pian piano la musica ha iniziato a cullarmi nel sonno.
Nel momento in cui sentivo il sonno prendere il sopravvento, spegnevo e come mi riappoggiavo al cuscino, già dormivo.

All'inizio era solamente un'abitudine estiva ma poi, come tutte le droghe, ho iniziato a volerne sempre di più e ormai sono mesi che ogni notte mi addormento con le cuffie nelle orecchie e mi risveglio la mattina con la musica che sta ancora suonando.

La musica è sempre stata una parte fondamentale della mia vita e molto spesso è stata l'unica cosa in grado di sostenermi quando tutto attorno a me cadeva a pezzi, quando il silenzio era troppo assordante e quando quello che mi circondava era troppo rumoroso.
Quando avevo bisogno di pensare e avevo bisogno di tirare fuori le cose che continuavo a nascondere e a spingere giù nel profondo.
Vivere senza musica per me non è mai stata un'opzione.

Rivedere tua sorella mercoledì scorso mi ha fatto sentire di nuovo come quella diciassettenne sperduta, confusa e arrabbiata.
Ma più la guardavo, più sentivo tutto il peso di quei sei anni che sono trascorsi schiacciarmi.
Ho pensato alle persone che eravamo io, tu e lei.
A quella seconda famiglia che avevo e a cui sentivo di appartenere.

Ma ho fatto finta di niente, ho fatto finta di non vederla visto che comunque nemmeno lei mi saluta più dato che le nostre ultime interazioni non sono state esattamente delle più pacifiche.
Quando all'inizio lei cercava di farmi coraggio e di sostenermi, dicendo di essere dalla mia parte, ma quando poi è stato il momento di addossare le colpe a qualcuno, lei giustamente non ha rivoltato le spalle a sua sorella.
Le colpe sono sempre da entrambe le parti ma diciamoci la verità, quella che ha scazzato sei stata tu.
Eppure in qualche modo era colpa mia e anche se gli altri mi dicevano che avevo ragione, c'era sempre qualcuno che invece mi dava addosso.
Perché avevo "fatto la scelta sbagliata", perché "non capivo", perché "ero gelosa".
E io, che già mi sentivo male per quello che era successo perché forse se avessi avuto più pazienza, se non avessi perso il controllo, forse non sarebbe successo quello che poi è effettivamente accaduto, ho ceduto alla pressione e alla fine mi sono convinta che davvero era stata colpa mia.
Anche se a livello razionale so di essere la meno colpevole delle due.

E quando anche tua sorella ha iniziato a chiedermi perché mi comportassi così con te e ad accusarmi di non tenerci abbastanza, ho definitivamente gettato la spugna.

Quindi no, non l'ho salutata e anche se te l'ha detto non mi interessa.
Ho sentito sulle spalle tutto il peso dei sei anni trascorsi e so che non è più possibile recuperare alcunché.
E ho lasciato andare anche quell'ultimo ricordo di quei bei tempi trascorsi insieme, quando sembrava che niente potesse dividerci.
Dopo la morte di mio nonno, eri la mia unica speranza che esistesse ancora un "per sempre" e me l'hai portata via.
Forse è questo che non sono mai riuscita a perdonarti, oltre che per i torti che mi hai fatto.

Mi avevi fatta sentire di nuovo come quella tredicenne lasciata fuori sotto la pioggia ad attendere che suo padre venisse a prenderla mentre tu avevi il permesso di salire in casa della nostra compagna di classe.
Ma quella volta non hai lasciato che io restassi fuori come un cane sotto la pioggia e hai combattuto per me, come avevi sempre fatto.
Non so perché quattro anni dopo non l'hai fatto, forse ti eri stancata, ma quella pioggia aveva trasformato la terraferma in un oceano e mi hai lasciata ad affogare senza voltarti indietro.

Ma ehi, sono passati sei anni e non so più che persone siate tu e tua sorella.
Non so nemmeno più che persona sia io, ma immagino che vada bene lo stesso.

On air: Lene Marlin - "What Have I Done"

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