mercoledì 23 maggio 2012

Sono sempre stata una dalla battute sarcastiche grondanti di acido.
Peccato che non sempre riesca a tirarle fuori in tempo e magari mi vengono in mente successivamente, quando le ondate di panico e ansia si sono ritirate, esattamente come la marea.
Ogni tanto penso che dovrei scrivermele, e intendo proprio tutte quelle che ho detto o quelle che mi vengono in mente, per poterle (ri)usare all'occorrenza.
Vorrei essere capace di fermare il tempo anche solo per un istante, calmarmi due secondi e tirare fuori la lista per scegliere la battuta acida più adatta e poi dirla, senza alcun senso di colpa ad attendermi a braccia aperte non appena questa scivola fuori dalla mia bocca.
E poi ci penso, mi arrabbio quando mi rendo conto che avevo la battuta perfetta per l'occasione ma non sono riuscita ad usarla.
Direi che è anche frustrante.

Quando sono gli altri a fornirmi un motivo per farlo, mi sento meno in colpa nel momento in cui poi effettivamente lo faccio.
Perché se sono io, di mia spontanea volontà, mi arrabbio ancora di più in quanto mi rendo conto di essere debole, di aver fallito ancora una volta.
Se sono gli altri a darmi una scusa, al momento non mi importa perché devo solo sfogarmi per riuscire a riprendermi.
Poi magari mi arrabbio perché ho permesso agli altri di farmi del male e per averlo usato come scusa per ricominciare a farlo e forse questa rabbia è ancora più nociva della prima.
Perché nel primo caso, c'è solo la rabbia verso me stessa a fare da catalizzatore; nel secondo caso, oltre a quella, c'è anche la rabbia nei confronti degli altri che poi genera altra rabbia nei miei confronti per avergli permesso di calpestarmi ancora una volta.
In poche parole è un circolo vizioso.

Non so come ho fatto ad astenermi per quattro anni.
Forse perché l'indifferenza ha un po' aiutato a smussare le parti più spigolose e a lasciarmi scivolare addosso le cose.
Forse perché in molte di quelle occasioni in cui non avrei voluto altro che ricominciare, avevo sempre dell'alcol a portata di mano e mandare giù un bicchiere è effettivamente più facile che passarsi una lametta sulla pelle.
Stordirsi fino ad attenuare anche il dolore sordo che sento in qualche modo ha funzionato nel corso degli anni.
Ma ci sono notti in cui non c'è alcol, notti in cui non c'è nient'altro che possa fermarmi, notti in cui non esiste un altro modo per mettere a tacere tutto fino al mattino dopo.
E in fondo è per quello che lo faccio: per aiutarmi a superare la notte in attesa che il mattino dopo porti con sé la sua solita indifferenza.

On air: Taylor Swift feat. The Civil Wars - "Safe & Sound"

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