sabato 28 aprile 2012

Ieri sera ho finalmente visto un film che aspettavo da tanto tempo.
Sto parlando di "Una Spia Non Basta", titolo italiano orribile per "This Means War" che rispecchia appieno l'anima del film.
Uno spettacolo, sul serio.
Ho pianto dal ridere e l'ho amato, con tutta me stessa, e di sicuro si assicura un posto nella lista dei miei film preferiti.
Il merito, oltre che della storia che magari può risultare un po' cliché, è tutto dovuto alle interpretazioni di Chris Pine e Tom Hardy.
Chris Pine è entrato nelle mie grazie dal 2009, dai tempi di "Star Trek - Il Futuro Ha Inizio", e forse l'avevo visto anche prima da qualche altra parte, mentre Tom Hardy l'ho conosciuto grazie ad "Inception" nel 2010.
Quindi quando due attori di due dei miei film preferiti lavorano insieme, per me è inevitabile attendere con ansia il film che li vede protagonisti.
L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è che nel doppiaggio Stefano Crescentini (che per me sarà sempre la voce italiana di Jensen Ackles e mica di Robert Pattinson) ha dato la voce a Tom Hardy invece che a Chris Pine come in "Star Trek".
In ogni caso, ho amato il film da morire e sicuramente appena esce in dvd sarà mio.
Prossimo appuntamento al cinema con "The Avengers".

A volte mi sembra di non avere nessuno con cui parlare.
Un po' perché io sono schiva di carattere e non riesco a dar voce a tutto quello che ho dentro e che mi tormenta e un po' perché ho paura del giudizio delle persone.
Spesso vorrei davvero parlare con Serena, iniziare da una cosa qualsiasi e poi andare a random, ma non c'è mai il tempo o l'occasione.
La vedo solo una volta alla settimana e insieme a noi ci sono sempre anche Jasmin e sua sorella Ambra.
Non è che non mi fidi, è solo che per me è già difficile aprirmi con una persona, figuriamoci se attorno ho una folla.

Solo leggere a Sara il messaggio che volevo mandare a Luca a voce alta mi ha quasi mandata in crisi respiratoria, visto che la voce minacciava di non uscire proprio.

Ieri ho sentito una frase che mi ha fatto sorridere ma allo stesso tempo quasi piangere.
Ero in profumeria e stavo guardando gli smalti quando accanto a me è passata una coppia e la ragazza stava cercando un mascara.
Io li vedevo solo la coda dell'occhio, ma ho visto il suo ragazzo fermarsi e dirle "Ma non ne hai bisogno, sei bella così come sei" e poi l'ha baciata.
E io sono rimasta sconvolta da quanto la cosa mi abbia colpita anche a livello fisico, l'ho avvertita come se mi avessero appena spintonata.

In questo periodo, in questi ultimi mesi, ho sempre cercato di mettere a tacere tutto quello che cuore, cervello, anima o qualsiasi cavolo cosa sia, stava dicendo e ci sono più o meno riuscita.
Ignorare quello che davvero voglio e andarmene in giro anestetizzata da tutto quello che una parte di me desidera, con il tempo è stato facile.
Salvo che poi accadono queste scene da film anche nella vita reale e mi rendo conto che quasi tutte le altre persone le ottengono e io invece no.
Mi sono vista sbattere in faccia ancora una volta quanto io sia inferiore, quanto nessuno mi abbia rivolto delle frasi gentili o di apprezzamento e di quanto quelle che ho sentito nel corso degli anni fossero solo prese in giro.
Quanto a 23 anni io sia ancora una persona incompleta e quanto mi sia inaridita perché non mi aspetto più nulla, non spero più di trovare qualcuno che mi veda davvero perché quel qualcuno vedrà sempre le mie amiche per prime.
E ormai, quando dico che va bene così, lo intendo sul serio.

Ecco perché mandare il messaggio a Luca sarebbe completamente inutile.
Non farebbe altro che spezzarmi ancora di più, non farebbe che alimentare quelle false speranze che io ho sepolto sotto la cenere di una vita che sognavo ma che non avrò mai.

Non importa più.
E non so se mettermi a ridere o piangere per la serietà di questa affermazione, ma fingo di non provare assolutamente nulla e nella maggior parte dei casi, mi convinco che la finzione sia la realtà.

On air: Courrier - "Right As Rain"

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