domenica 1 aprile 2012

Anche se cerco di dormire il meno possibile, poi gli incubi arrivano lo stesso a tormentarmi e mi sveglio ogni mezz'ora.
Mi lamentavo di quando mi svegliavo ogni ora, ma ora mi rendo conto che era davvero un lusso.

Sabato pomeriggio Serena mi ha chiesto di accompagnarla a fare un giro in spiaggia, in modo che potesse portare a spasso anche la sua cagnolina.
Non uscivo di sabato pomeriggio da quando avevo diciassette anni, se si esclude una volta un aperitivo con le amiche.
E non so, mi aspettavo di sentire qualcosa, qualcosa come nostalgia o rimorso per i tempi che furono e invece niente di tutto questo.
Mi sono goduta una passeggiata in spiaggia con una delle mie più care amiche, probabilmente quella che conosce quasi tutto di me anche se non glielo dico e l'aria del mare era proprio quello che mi ci voleva.
Spesso mi rende malinconica, ma altrettanto spesso mi rilassa.
Non a caso, quando avevo quattordici anni e già immaginavo di vivere da sola, sognavo di avere una casa in riva al mare o comunque in un punto in cui il mare fosse visibile.
Ci sono giorni primaverili in cui il vento porta su l'odore del mare in cui penso che non potrei mai vivere senza.
Non potrei mai vivere senza il porto e il suo molo e la sua banchina su cui sedersi e ammirare gli scogli sotto i miei piedi e la distesa infinita di acqua davanti ai miei occhi.
Senza immaginare cosa si trova dietro la linea sottile dell'orizzonte.
Mentre passeggiavo vedevo gruppi di ragazzi, di amici, insieme a divertirsi e invidiavo quello che io non ho mai avuto.
Quello che ha sempre fatto troppo "telefilm californiano" per poter appartenere alla mia vita.
E li ho invidiati e all'improvviso mi sono sentita troppo vecchia per poter sperare di vivere tutto quello.
Mi sono sentita come se gli anni migliori della mia vita se ne fossero già andati e sebbene manchino solamente undici giorni al mio ventitreesimo compleanno, mi sembra quasi che sia davvero così.

E mentre tornavo a casa, non ho potuto fare a meno di passare anche per casa tua.
E sai, è stato strano perché di giorno non ci passavo da quando avevo, quanti? Tredici anni?
Solo che quella volta ero in bicicletta e adesso giro in macchina e a parte una fuggevole occhiata non posso fare altro.
È stato piuttosto strano vedere casa tua di giorno, abituata come sono a passare per la tua via di notte.
Ma in fondo non è cambiato nulla perché non ho trovato nessuna traccia di te.
Come sempre.

Dimenticate tutto quello che avevo scritto sulla canzone al mio funerale.
Penso proprio di averla trovata e proprio nel momento in cui meno me l'aspettavo.
È semplicemente capitata per caso, proprio come tutte le cose migliori e peggiori della mia vita.
E come per tante altre cose, quando una canzone capita per caso e me ne innamoro al primo ascolto, è per sempre.
E nel frattempo mi sono innamorata di un'altra canzone di Ross Copperman.

On air: Courrier - "Paper Ghost"

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