venerdì 11 maggio 2018

Rompo il silenzio dopo più di un mese. 

Ma non per un motivo particolare - o forse sì, forse perché ho ritrovato una delle colonne sonore della mia vita e fino a questo momento non mi ero resa conto di quanto il silenzio mi stesse uccidendo. 
Quanto, sebbene ascoltassi anche altro, era proprio quella voce a mancarmi. 

Ma a questo arriveremo più tardi.


Non è che sia successo qualcosa di particolare in questo mese di assenza. 
C'è stato il mio compleanno il mese scorso e qui l'ho lasciato passare completamente sotto silenzio - che senso avrebbe avuto dargli voce? 
C'è stato un po' di alcol - abbastanza da sciogliermi un po', ma non abbastanza da permettermi di perdonare me stessa e gli altri. 
Non abbastanza da permettermi di non fare incubi.

Maggio si sta rivelando il solito mese schifoso - come dal 2002 a questa parte. 
Il fatto che sia anche un anno pari è la ciliegina sulla torta. 
Ho di nuovo problemi con il computer e nelle ultime settimane ho fatto due coliche - prima episodi molto isolati nella mia vita e ora più frequenti. 

E con quella di due/tre settimane fa avrei voluto uccidermi.
Sono stata preda di un dolore acuto per tre o quattro ore e fino alle sei del mattino non c'è stato verso di addormentarsi - e non è che i due giorni successivi stessi una favola. 

Ma non l'ho detto a nessuno. 
O meglio, solo ai miei genitori perché erano testimoni e mia madre mi ha fatto compagnia alle cinque del mattino seduta al tavolo della cucina mentre tentavo di mandare giù una tazza di tè e intanto i sintomi della colica mi stritolavano i polmoni, quasi impedendomi di respirare. 


Una volta non riuscivo a stare senza scrivere. 
Anche quando tenevo un diario cartaceo avevo bisogno di scrivere e scrivere e scrivere perché il veleno che riversavo sotto forma di inchiostro sembrava non finire mai e fissandolo sulla pagina mi sembrava meno soffocante. 

Mi sono accorta che guardo fuori dalla finestra della mia camera come se stessi guardando fuori dalla finestra di una prigione. 
E alla fine è così, la mia camera è diventata la mia cella. Mi ci sono rinchiusa e ora il mondo mi fa paura. Lo guardo con nostalgia, ma anche con terrore. 
E sto in silenzio. 


Ieri Ryan Key ha annunciato l'uscita del suo EP - già, perché in questo mese di assenza dal blog ci sono state novità: il nome di alcune tracce, un piccolo pezzo di brano, poi tutta la tracklist e infine il nome, a libera interpretazione del fan. 
E io so già cosa ci leggo e cosa ci vedo in quel Thirteen - sarà poi liberissimo di smentirmi, ma credo che anche questa volta Ryan Key sarà capace di farmi a pezzi. 
E per ultima l'indicazione generale che l'EP sarebbe uscito alla fine di questo mese.

E ieri è arrivata la data, il 25 maggio - ehi, forse maggio sarà finalmente ricordato per qualcosa di positivo! 
E non ho perso tempo perché ha aperto il pre-order con le copie autografate e costa più la spedizione dagli USA che l'EP in sé, ma chissenefrega. 

On air: The August Empire - Letting Go

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