mercoledì 15 novembre 2017

Sognarti mi fa sempre un po' sorridere - anche se non ti sogno così tanto spesso. 
Anzi, quasi mai. 

E mi fa un po' ridere perché sì, ad un certo punto ho anche avuto una cotta per te, ma non sei mai entrato nella top list delle mie cotte. 

Il primo posto sappiamo che è di NAC, per un periodo così lungo che non ci voglio nemmeno più pensare - lui davvero detiene il record. Della mia ingenuità.
Il secondo posto è di quel ragazzo che avevo notato alla fine del quarto anno di liceo e che poi ho osservato sospirando fino alla maturità. 
Il terzo posto è di quel ragazzo che era sempre in piazza, quando ancora giravo con la mia ex-migliore amica. 
Gli altri due ragazzi sono stati solo di passaggio, cotte della durata di tre/quattro mesi prima che iniziassi ad annoiarmi - oppure a capire che non sarebbe mai successo niente. Ecco, così suona meglio. 

Quella per te non è nemmeno registrabile come cotta tanto è stata breve ed effimera, nata più per "dovere" come per il terzo ragazzo della lista che per reale interesse. 

Ma eri il ragazzo più figo della scuola. 
Non che qualcuno l'avesse mai stabilito ufficialmente - non ci sono mai stati sondaggi o votazioni, non siamo mica stati in una high school americana - ma tutti conoscevano il tuo nome, tutti sapevano chi eri e scommetto che almeno metà della popolazione studentesca femminile ha avuto una cotta per te ad un certo punto delle superiori. 
Me compresa - ma forse, come già detto, era più il fascino del "ragazzo più figo della scuola" anche se non eravamo di fatto in una high school americana. 

E ogni tanto ti sogno - sempre vestito di bianco, non so perché. 
E il tuo sguardo mi segue e quegli occhi bruciano in maniera insopportabile - lo ricordo quello sguardo, ci sono stata sotto un paio di volte. 

Ti ho sognato anche questa notte. 
E anche questa volta ero a scuola, credo fosse l'ultimo giorno di scuola. 
Tutti erano in giro, tutti entravano e uscivano dai tre ingressi e io come sempre andavo controcorrente per andare in classe - probabilmente avevo dimenticato lo zaino come al solito oppure avevo un compito da recuperare. 
E poi andavo in aula magna e non c'era nessuno e le porte e le finestre che davano sul giardino interno erano aperte e non capivo se era estate oppure se nevicava - e questo non è un elemento nuovo, non sarebbe la prima volta che affronto una tempesta di neve mentre giro in corridoio oppure mentre aspetto alle macchinette in aula magna. 
E io stavo lì, in maniche corte e stavolta ero io quella vestita di bianco e avevo la maglietta e i jeans strappati in più punti mentre parlavo con questa mia ex-amica ed ex-compagna di classe - e nella realtà abbiamo fatto asilo, elementari e medie insieme e alle superiori eravamo nello stesso istituto, ma in indirizzi diversi. 
Ed eravamo amiche come una volta - prima che lei diventasse l'ape regina alle medie, prima che ci rivoltassimo l'una contro l'altra - e facevamo progetti per il pomeriggio perché la scuola era finita ed eravamo libere. E intanto camminavamo per i corridoi e arrivavamo alle porte d'ingresso da cui entravano quelli dello scientifico e tu eri lì, sempre nello stesso punto. 
Come negli altri sogni, per quanto riguarda la realtà non ne sono più sicura. 
E i tuoi occhi bruciavano mentre mi seguivi con lo sguardo. 

Da lì in poi il sogno ha cominciato a sfaldarsi, ricordo solo che arrivavo a casa ma non c'era nessuno e io non avevo le chiavi, così entravo dalla finestra. 
Poi non ricordo altro. 

Di solito i sogni in cui tu compari non trovano quasi mai posto qui su blog, di solito quel posto spetta alla mia ex-migliore amica oppure a NAC. 
E io sono quella che si è sempre interrogata sull'esistenza o meno delle coincidenze e solo nel pomeriggio ho capito perché il sogno continuava a tormentarmi e perché avevo necessità di scriverlo. 

Perché il primo sogno in cui ti ricordo distintamente e che non ho ancora dimenticato è stato quello in cui mio nonno mi diceva addio e io volevo correre da lui e trattenerlo, ma tu mi stringevi da dietro tra le tue braccia e me lo impedivi. 
E oggi è l'anniversario della sua morte, oggi sono quattordici anni che ci ha lasciati. 

E non so se sia solo una coincidenza oppure se sono io che voglio vedere "segni" quando in realtà non c'è nulla da vedere, ma avevo il bisogno di metterlo nero su bianco. 

Quindi in realtà questo post non è per te, ma è per mio nonno. 
Perché sono anni che non ho più canzoni da dedicargli se non sempre le stesse e le mie parole di scuse si sono esaurite e/o hanno perso significato molto tempo fa, ma tu mi hai aiutato a ricordarlo e a scrivere di lui in questo giorno che altrimenti sarebbe rimasto bianco. 

E allora, grazie a te, voglio ricordare quel primo sogno di tanti anni fa - e anche quello che feci più tardi. 
Lui di nuovo in salute, lui che mi sorride, lui che mi dice di stare bene. 

On air: Vancouver Sleep Clinic - Someone to Stay

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