mercoledì 2 luglio 2014

Oggi la tua mancanza è più insopportabile del solito. 

Di solito è solo un ronzio di sottofondo, un dolore sordo che sono capace di ignorare. 
Di solito sono capace di "andare avanti" con la mia vita senza dare segni di riconoscimento e/o senza dargli importanza. 

Di solito. 

Ieri mi sono accorta che la lista dei miei contatti su Whatsapp si era aggiornata e improvvisamente c'era anche il tuo nome in mezzo agli altri. 
Ho cambiato telefono a febbraio e il tuo nome non c'era mai stato e ieri invece mi sono accorta che c'era. 
Nessuna foto o frase personalizzata, ma comunque ci sei. 

Ed è stato un colpo al cuore. 

E quando stamattina mia madre è venuta a svegliarmi, ti stavo sognando. 
Stavo sognando che ti avevo scritto, stavo sognando che ci eravamo poi viste, stavo sognando che mi abbracciavi come una volta, stavo sognando che eravamo tornate le amiche di un tempo. 
Le amiche di una vita fa. 

Ho sognato che ti avevo confessato di essere un'autolesionista

E mi sono svegliata confusa, come sempre dopo sogni del genere. 
E ho passato perlomeno quindici secondi buoni convinta che fosse accaduto davvero, che la mia vita fosse tornata sui binari giusti - quelli che avrebbe dovuto percorrere se non fosse deragliata provocando il caos. 

E forse perché in questi giorni sono più emotiva del solito - tanto più che è da domenica che mi scappa almeno qualche lacrima tutti i giorni e dimmi te se questo non è uno schifo - ma quasi volevo mettermi a piangere quando mi sono resa conto che era tutto un sogno. 
E ancora sento quel peso opprimente sul petto e nello stomaco che mi mozza il respiro. 

Ed è in momenti - giorni - come questi che mi rendo conto di quanto davvero mi manchi.
Nonostante gli sbagli, nonostante il rancore, nonostante tutto.

On air: Echosmith - Safest Place

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