martedì 11 dicembre 2012

Non so se ti ricordi com'eravamo, tutto quello che avevamo in comune.
Se devo essere sincera, io credo proprio di averlo dimenticato e per quanto mi sforzi, proprio non riesco a riportare alla memoria quelle sensazioni.
Recentemente ho sentito da qualche parte che sono gli amici d'infanzia quelli in grado di descriverci ancora perfettamente.
Anche qui, ammetto di essermi messa a ridere perché nessuno - davvero nessuno - di tutti quelli con cui ho avuto a che fare nella mia vita può avanzare la pretesa di affermare di conoscermi e di sapere la persona che sono diventata.


Mi rendo conto che ci sto ricadendo, che ci sono giorni in cui non riesco a levarmi il pensiero dalla testa e che alla sola vista di quell'unica cicatrice ancora un po' rossastra, la mia mano freme impaziente e si stringe attorno ad una lametta fantasma.
E ricordo com'era non pensare ad altro che alla voglia di tagliarsi, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
E nessuno a scuola lo sapeva, anzi; durante le ore di psicologia si discuteva di autolesionismo e alcune mie compagne di classe continuavano a puntare il dito dicendo che le persone che si fanno del male cercano solamente attenzione, che hanno qualcosa che non va nella testa.
E io dal mio banco le osservavo una ad una - mentre la pelle del mio polso tirava e bruciava sotto la manica della felpa - e intanto pensavo che non avevo niente che non andasse, che ero estremamente lucida mentre lo facevo, anche se magari un po' annebbiata dal dolore lo ero davvero.
Pensavo che era l'unica cosa della mia vita su cui avevo il controllo in quel momento.
E volevo che la gente lo sapesse ma, allo stesso tempo, proteggevo gelosamente il mio segreto.


Her wrists are cut, but no one notices. She is the only one that knows, and it’s kind of intoxicating.
For once in her life, she’s finally found something that she can control.


Era la mia droga e non riuscivo a smettere.
E magari ci sono periodi in cui riesco a resistere perché essere diventata apatica ha aiutato, ha attutito tutto quello che faceva male.
Tutto quello che era troppo insopportabile da essere affrontato senza una lametta.
Ma quando le cose non mi scivolano più addosso e tutto quello che ho sempre ignorato fino a quel momento minaccia di travolgermi, allora ricomincio.
E mi rendo nuovamente conto che non ho mai veramente smesso di essere una drogata.


Quando voglio bene a qualcuno tendo ad ignorare qualsiasi difetto e tendo a perdonare più facilmente.
All'inizio mi dico che è colpa mia, che sono io che non sono abbastanza e che non vado abbastanza bene.
Ma poi, man mano che i torti iniziano a diventare sempre di più, anche io inizio ad essere meno tollerante e a vedere cose che prima non riuscivo assolutamente a notare.
E allora inizio a diventare sempre più fredda e a prendere sempre di più le distanze perché poi non sopporto più la presenza di quella persona.
Con me è sempre stato tutto bianco o nero, non è mai esistito il grigio.
Il che, a pensarci bene, forse è quasi una contraddizione perché per quanto riguarda me è sempre stato tutto confuso, una matassa ingarbugliata.


Finalmente in chiaro stanno trasmettendo le stagioni nuove di Fringe.
La settimana scorsa hanno concluso la terza e ora è iniziata la quarta, mentre a gennaio negli States si concluderà la quinta e ultima stagione.
Qualche anno fa sul mio vecchio blog avevo scritto un post su Fringe, su come sarebbero magari diverse le cose se davvero esistesse un universo alternativo.
Un'altra me che avrebbe compiuto scelte diverse e che sarebbe sì, lo stesso me, ma anche una persona diversa.
Avevo pensato che magari mio nonno sarebbe ancora vivo e che altri miliardi di cose non sarebbero uguali.
Ma in Fringe niente è perfetto e di solito, chi è vivo da una parte poi è morto dall'altra.
Allora ho pensato che magari sì, mio nonno sarebbe ancora vivo, ma mia nonna magari no.
Ho pensato che magari sarei ancora amica con Elisa e che magari starei con Luca, ma che allora non sarei amica con le persone che mi circondano e che Serena sarebbe una persona che detesto o magari addirittura un'estranea.
Però quando penso a me, penso sempre che la versione migliore di me stessa sarebbe quella che si trova dall'altra parte.
Forse perché non riesco ad immaginare una persona peggiore di quella che sono ora.


Ogni realtà avrebbe i suoi pregi e i suoi difetti, ma non saprei quale effettivamente sarebbe migliore.
Forse vivendo questa potrei dire che quella di là sarebbe l'ideale, quello che la persona che ero ha sempre voluto.
Bramato.

Ma probabilmente nemmeno per la mia controparte sarebbero tutte rose e fiori e farebbe volentieri scambio con me.

On air: Fringe theme

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